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Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est, s. Tomm. d'Aquino (1365-67): Veritatem meditabitur guttur meum (Prov. 8,7)Convento San Tommaso d’Aquino in Foiano

■  notizie di base dei primi secoli

 

Quattrocento

Cinquecento

... soppressione  | ë

1648-51

«Frater Ioannes Dominicus, vocatus in seculo Ioannes, filius domini Petri Amerighi de Floriano, accepit habitum clericorum pro conventu Sancti Thomẹ de Floriano die tertia maii 1648 per manus admodum reverendi patris magistri et provincialis fratris Dominici Galli in conventu Sancti Marci de Florentia, ẹtatis suẹ anno 13, menses 6 et dies quatuor; patet enim ex licteris testimonialibus ipsum natum fuisse die 30 octobris 1633. Qui missus fuit ad hunc conventum Sancti Dominici de Fesulis pro educatione.

Die 28 decembris 1651 prẹdictus frater Ioannes Dominicus Amerighi, habita prius licenzia profitendi a sacra congregatione sub die 2 predicti mensis et anni, ut videre est hic e contra, vocatus fuit ab admodum reverendo patre predicatore generali ac priori [sic] huius conventus coram patribus a consiliis, fratre Iosepho Barzanti, et acceptatus de licteris et moribus per vota secreata, nemine discrepante, intimatum est illi ut statim quod a patribus conventus Sancti Thomẹ de Floriano obtenta esset licenzia quod possit profiteri pro illo conventu pro quo fuerat indutus, intelligeretur ispsum tacitam professionem incurrisse. Qui annuit et propria manu se subscripsit. Frater Ambrosius Santini magister novitiorum.

Ita est, frater Ioannes Dominicus Amerighi qui supra, propria manu».

(Libro di vestizione e professione di San Domenico di Fiesole, f. 15r)

1677

«Frater Amat Deus, in sẹculo vocatus Blasius Lucẹ Botarelli, Foianensis, etatis suẹ annorum 30 accepit habitum conversorum die 18 aprilis 1677 postquam portavit tunicam terzinorum per tres annos et dimidium pro conventu Sancti Thomẹ Foianensis, habita prius fide acceptationis pro filio illius conventus per manus reverendi patris prẹdicatoris generalis fratris Ioannis Baptistẹ Bottigli prioris huius conventus» (Libro di vestizione e professione di San Domenico di Fiesole, f. 26r). Tra i frati conversi che emettono professione nelle mani del priore fiesolano: «frater Amadeus Botarelli de Flaviniano, seu Foiano, pro conventu Flaviniani» (Cronica conventus Sancti Dominici de Fesulis, f. 33r).


Soppressione 1782-1783

Circa le soppressioni leopoldine: Archivio del convento SMN I.A.33 (Ricordanze del convento B, 1774-1795).

http://archivio.smn.it/convento/asmn.htm

Ne è autore fra Domenico di Francesco Forzini da Firenze (OP 1731, † 29.I.1796 83enne); Cr SMN II, f. 148r. Incaricato, a nome del provinciale romano, di trattare con le autorità granducali la questione delle soppressioni, racconta i fatti diplomatici vissuti in prima persona, e riassume relativa documentazione.


Firenze 4.X.1782

«Ricordo come nel mese d'ottobre venne dalla Giurisdizione il seguente viglietto in data del dì 4, diretto al provinciale dei domenicani:

S.A.R. [= sua altezza reale] nostro signore mi comanda di trattare con v. P.M.R. [= vostra paternità molto reverenda?] affinché, di concerto meco, proponga utile reduzione de' suoi conventi, per proporzionarli al numero dei soggetti e stabilie in tal guisa in quelli che rimarranno una perfetta disciplina regolare ed una esatta osservanza delle costituzioni.

In tanto debbo renderle noto che il Real Padrone reputa assolutamente inutili e da sopprimersi quelli di San Domenico d'Arezzo, di San Domenico di Pistoia, della Santissima Nunziata di San Gimignano e dei San Tommaso di Foiano; nel sopprimere |113| i quali potrà v. P.M.R. riunire li individui et i beni alli altri che ressteranno in piedi con quella proporzione che stimerà conveniente.

Dopo avermi dato riscontro in carta di aver ricevuta la presente, s'incomoderà di favorirmi. Ant. Mormorai» (ASMN I.A.33, pp. 112-113).

Firenze, novembre 1782

«Viglietto terzo: Che S.A.R. si era degnato di ordinare la sussistenza del convento dei domenicani d'Arezzo e che al medesimo si unisse il totale del patrimonio dell'altro convento di Foiano, rispetto al quale restava fermo l'ordine della soppressione» (p. 113).

Firenze 21.I.1783

«Eccoci di nuovo alla dolorosa storia dei viglietti di Giurisdizione.

Il primo fu in data del 21 gennaio diretto al padre vicario Viretti, in cui S.A.R. comandava che dal patrimonio del soppresso convento dei domenicani di Foiano dovesse assegnarsi l'annua vendita di scudi cento per parte di dote della nuova parrocchia da erigersi nella chiesa della Modonna del Carmine, col peso al parroco di sodisfare tutti gl'obblighi del soppresso convento, procurandone l'esecuzione di concerto con mons. vescovo d'Arezzo» (p. 122).

Firenze 24.I.1783

«Il secondo viglietto in data dei 24 gennaio, diretto parimente al suddetto padre vicario e fu l'ultimo che le fosse indirizzato, non avea altro oggetto che di render noto per suo mezzo ai superiori dell'Ordine che d'ora innanzi restava proibita in Toscana la vestizione di alcun religioso senza l'espressa permissione di S.A.R.; restando peraltro preservata da tale proibizione la Congregazione di San Marco, o sia dei Gavotti.

Contemporaneamente e nell'istessa data ne venne un altro al p. Forzini, come priore di SMNovella, del seguente tenore:

Sua altezza reale nostro signore comanda che tutti i religiosi del di lei Ordine, che al tempo dei disturbi suscitati ultimamente in Foiano si  trovavano nel soppresso convento di quella terra, siano intimati a portarsi immediatamente in codesto convento di SMNovella ed a restarvi sequestrati per ordine ed a disposizione del Governo fino a tanto che non siano note la cause e li autori dei divisati rumori. Dovrà v. P.M.R. comunicare speditamente li ordini al priore del soppresso convento ed a chi altri occorre, incaricandolo della più sollecita esecuzione, e di darmene il debito risontro. Non mi resta che pregare la bontà sua di assicurare il pronto recapito dell'ingiunta per il padre vicario provinciale, che sarà naturalmente in Arezzo, o in altro luogo a lei nota. - 24 gennaio, Ant. Mormorai» (p. 122).

Firenze 24.I.1783

«La lezione del primo viglietto dei 24 gennaio cagionò un rammarico grandissimo allo scrittore (...).

Indi letto appena il secondo viglietto a lui diretto, scrisse subito al padre fra p. Giuseppe Costa priore di Foiano acciò a vista della medesima si portasse, in compagnia degl'altri religiosi di quel convento, a Firenze per ordine espresso di di S.A.R. Non vi fu però bisogno di mandar la lettera, mentre a ora di pranzo arrivarono tutti, cioè il p. Giuseppe Costa priore, il p. Antonino Salvi sindico, il p. Vincenzio del Soldato sagrestano maggiore, con il converso fra Andrea Nistri, tutti componenti di quella comunità. Il fatto passò così, per quanto dissero loro: che l'immagine di san Domenico, da cui i foianesi ottenevano tutte le grazie, quel giorno al suo altare or si vedeva |123| ed ora no, con il popolo affollato in chiesa, quale sempre più andava crescendo, e che le candele di legno ardevano, e altro su quell'andare. Per il ché andò alla chiesa il signor vicario regio per veder di quietare il tumulto del popolo; del ché avendone data parte al Governo, fu subito spedito da Firenze il signore commissario del quartier Santa Croce Leoni, con due guardie reali, a Foiano. Il quale avendo fatte le sue incombenze, obbligò i suddetti religiosi la medesima sera a partire alla volta di Firenze. Quell'immagine poi di san Domenico la volse la granduchessa, che la diede dopo al padre maestro  fra Vincenzo Fassini, nostro religioso e professor dell'università di Pisa, ove allora stava la corte, veduta dallo scrittore con suoi propri occhi. (...)» (pp. 122-123).

Firenze 29.I.1783

«Nel primo [viglietto] in data de' 29 gennaio si diceva che S.A.R. permetteva ai padri domenicani di Arezzo di mandare a prendere nel soppresso convento di Foiano le grasce ed altre robe a loro appartenenti, con la condizione per altro che non vi si porti alcun di loro» (p. 125).

Firenze 30.I.1783

«Ricevuta la presente, dovrà v. P.M.R. intimare l'esilio dal Gran Ducato al p. Costa, al p. del Soldato ed all'altro padre domenicano che si trovò nel convento di Foiano allorché insorse il consaputo sussurro, non restando compresi in tal ordine i laici che stavano in detto convento. Mi darà conto della pronta esecuzione, e mi farà grazia di assicurare il più pronto recapito dell'ingiunta al padre priore dimorante in Prato. - 30 gennaio 1783, Ant. Mormorai» (p. 126).


Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est, s. Tomm. d'Aquino (1365-67): Veritatem meditabitur guttur meum (Prov. 8,7)
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