Capitolo XXXIII
Il lavoro di consulente
(1988-1992)

XXXIII.1)  Gli impegni nel BIEM [= Bureau International de l’Edition Mécanique]

Il passaggio da dirigente a consulente lascia immutati alcuni miei precedenti incarichi. Ad esempio, resto a far parte degli organismi consultivi del Ministero del Turismo Sport e Spettacolo, come il Consiglio Nazionale dello Spettacolo e la Commissione Nazionale della Musica. Ma soprattutto resto a far parte, come membro supplente, del Comité de Direction del BIEM (Bureau International de l’Edition Mécanique).

E’ difficile dire quanto mi impegnerà il BIEM in riunioni a tutti i livelli: l’Assemblea Generale, il Comité de Direction, Comitati tecnici di funzionari, Delegazioni per i negoziati con l’IFPI.

Settembre 1988: l’Assemblea del BIEM è ad Amburgo. Ho pochi ricordi di quella città sull’Elba, fredda, dalle piazze spaziose, dal bel Palazzo del Municipio, dalle moderne architetture che ben si fondono con il ricco retaggio anseatico. Io mi trovo ad avere pochissimo tempo disponibile. Starà bene Maria Rosa che, in spensierata compagnia di Laura Capograssi, starà a vagare per ore curiosando nella città antica, nella grande zona portuale e negli ospitali localetti di ristoro.

Nel luglio 1990 sarà la volta di Estoril e Cascais, simpatiche cittadine atlantiche. C’è con noi Luciano Russi (grande esperto di informatica) con sua moglie Silvia: Maria Rosa ed io non li seguiremo nei locali famosi per la   cucina, preferendo conoscere quelli  normali frequentati dalla gente del luogo. Avremo tempo di fare un breve giro in pullman per l’Estremadura fermandoci ad Obidos (intatta cittadina rinascimentale assai curata), Alcobaça (raffinata chiesa abbaziale), Batalha (grandiosa e ricca chiesa di S. Maria della Vittoria), Nazareth (graziosa cittadina di mare con ampia spiaggia accanto ad alte scogliere) e Fàtima . Alla fine il gruppo dei delegati si trasferisce a Lisbona per una giornata.

Fine settembre 1990: Assemblea a New York, a seguito dell’adesione al BIEM della Harry Fox Agency. Alloggio e lavori all’Hotel Plaza. Sono con Maria Rosa e con gli amici Guido e Stefania Zincone (lui è membro del Collegio dei Revisori del BIEM). Nell’occasione andiamo a visitare i Cloisters - speciale branca del Metropolitan Museum - situati nel parco del Fort Tryon in fondo alla interminabile Broadway: originale museo dedicato essenzialmente all’Europa del Medioevo, che custodisce il famoso arazzo dell’Unicorno in una sala nella quale rivivono le molte decine di piante erbacee che sono raffigurate nell’arazzo. Serata di chiusura nel grande salone dell’Hotel Pierre, dallo strano ridondante arredamento, con cena allietata dalla famosa orchestra di Duke Ellington diretta da suo figlio. Siamo stati ospiti a cena in casa del caro Mauro Lucentini e di sua moglie Paola, la cui famiglia è proprietaria a Roma di un appartamento affacciato sulla scalinata della Trinità dei Monti.

Settembre 1992: l’Assemblea si tiene a Siviglia, nel periodo della Esposizione Universale. Eravamo già stati a Siviglia nell’aprile del 1990 per una riunione del Comité de Direction, alloggiando all’Hotel Alfonso XIII e nell’occasione eravamo stati ammessi a visitare la zona destinata all’Esposizione, già in fase assai avanzata di allestimento (era già pronto, con nostra grande meraviglia, il padiglione dell’Italia); con Maria Rosa eravamo stati a cena nel quartiere di Triana, oltre il fiume, visitando chiese nelle quali si stava preparando la festa della Macarena e avevamo visto il ricchissimo mantello destinato alla statua della Madonna. Durante l’Assemblea del 1992 Maria Rosa andrà a godersi la visita dell’Esposizione, mentre io starò a soffrire un caldo feroce, assai poco attenuato dai vari impianti di ventilazione. Profitteremo finalmente dell’occasione per andare a visitare le rovine della vicina Italica, la città romana che conserva una straordinaria quantità di stupendi mosaici, oltre alle pericolanti masse dell’anfiteatro e le grandiose terme.

Numerose le riunioni del Comité de Direction nel quadriennio 1988-1992 a Parigi, Cannes,  Madrid, Londra, Copenhagen, Amsterdam, Bruxelles.

XXXIII.2)  All’Università di Perugia

Nella primavera del 1991 la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia organizza un seminario sul tema “Diritto di autore: quali prospettive professionali?”. Relatori nelle tre giornate di lavoro sono alcuni giuristi, magistrati  e avvocati esperti della materia.

A una delle giornate interveniamo l’avvocato Giorgio Assumma e io, che debbo parlare sulla tutela collettiva dei diritti esercitata dalla SIAE.

Vado a Perugia in macchina la sera prima con Maria Rosa. Al mattino sono all’Università con un poco di emozione destata dalla nostalgia di mezzo secolo prima. Maria Rosa se ne va in giro.

Dopo l’intervento dell’avv. Assumma che intrattiene i numerosi studenti sul diritto di autore nel campo del cinema, tocca a me parlare di modalità concrete di esplicazione della tutela da parte di un ente pubblico a carattere economico. Il mio è, tutto sommato, un discorso terra terra sui vari generi delle opere tutelabili, sui rapporti contrattuali tra autori ed editori, sul rapporto di mandato tra titolari di diritti e SIAE nell’ambito di un sistema associativo, sui rapporti contrattuali tra la SIAE e le varie categorie di utilizzatori delle opere, sulla disciplina sociale in materia di ripartizione dei proventi, con i necessari dettagli di carattere amministrativo e tecnico. Questa materia, che sembrerebbe arida, attira invece sorprendentemente l’attenzione dell’uditorio; e ciò mi spinge a dare più vivacità all’esposizione con richiami a casistiche ed episodi del mondo autorale.

L’interesse vivo degli studenti mi si rivela in pieno quando, terminata l’esposizione e trasferitici tutti alla vicina mensa dell’Università, molti, troppi di loro vogliono starmi vicini a tavola per rivolgermi mille domande sull’attività di questo ente sinora misterioso per loro, ma ora così attraente, come si è rivelato la SIAE. Mi sono sentito come un nonno attorniato da tanti nipotini pieni di curiosità. Uno di loro mi ha detto che stava pensando di prepararsi appena possibile per un concorso alla nostra Società.

XXXIII.3)  Le tariffe della Società francese SACEM (Société des Auteurs Compositeurs et Editeurs de Musique)

Un sindacato francese di gestori di discoteche da anni contesta le tariffe che la Società di autori di Parigi SACEM applica per diritti di autore sulle esecuzioni musicali che avvengono nei loro esercizi.  Il sindacato si decide a fare ricorso alla Corte di Giustizia europea per far dichiarare il comportamento della SACEM come illecito per abuso di posizione dominante, in quanto le tariffe da essa richieste sarebbero nettamente più elevate di quelle praticate dalle Società di autori degli altri Paesi della Comunità Europea.

L’istruttoria condotta dagli organi competenti della Corte si concretizza in un assai complesso questionario indirizzato a tutte le Società di autori musicali dei Paesi della Comunità per comparare le loro tariffe con quelle della SACEM.

Poiché ogni Società di autori ha un proprio sistema tariffario che è frutto delle condizioni giuridiche ed economiche locali e della specifica evoluzione contrattuale, non è assolutamente agevole ricondurre i vari sistemi ad un modello unico, anche per la varietà di formule riscontrabili nella gestione delle discoteche.

La risposta della SIAE al questionario comunitario dovrà essere elaborata da me e si tratterà di un lavoro lungo e complesso, al cui termine risulterà in assoluta obbiettività che le tariffe della SIAE e della SACEM nel campo delle discoteche sono sostanzialmente equivalenti pur nella diversità dei sistemi.

Questa risposta colma di soddisfazione il Presidente della SACEM, che vede in essa la sua più valida difesa e che esprimerà il suo sentito ringraziamento con una calorosa lettera al Presidente della SIAE. La sostanziale identità delle due tariffe viene rilevata anche dalla Corte di Giustizia Europea.

Purtroppo, nettamente inferiori - quale più quale meno – sono le tariffe di tutte le altre Società europee, per cui il Consiglio francese della Concorrenza, interpretando le decisioni della Corte europea, farà un semplicistico raffronto fra la tariffa francese e la media aritmetica delle altre tariffe europee, ingiungendo alla SACEM di rinegoziare le sue e imponendo così un grossolano criterio di appiattimento tariffario dal momento che qualsiasi valore superiore alla media aritmetica verrebbe ridotto fino a detta media.

Sarebbe questo un criterio più vicino a un sistema di “cartello” che al libero gioco delle tariffe. In effetti, la comparazione delle tariffe delle Società di autori musicali evidenzia chiaramente un dato: nei Paesi produttori di musica le tariffe per diritti di autore sono più alte che non nei Paesi consumatori, i quali si trovano a dover importare e pagare con quelle tariffe dei repertori prevalentemente stranieri. D’altra parte, le migliori tariffe stimolano l’attività di produzione musicale.

XXXIII.4)  Standardizzazione internazionale dei bilanci dei diritti musicali

La CISAC si preoccupa da tempo di dettare norme che impongano alle Società aderenti alcuni criteri in materia di gestione dei repertori delle consorelle, norme intese ad evitare - o a contenere entro limiti espressamente consentiti – diversità di trattamento tra repertori nazionali e repertori stranieri. Il controllo sulla effettiva applicazione di queste norme è tutt’altro che agevole. Ho già ricordato che per un esauriente e definitivo controllo del genere sulla SIAE io pretesi e ottenni una visita a Roma di una delegazione di tecnici della consorella inglese PRS che per più giorni stettero ad analizzare ogni aspetto delle nostre operazioni e le relative scritture contabili.

Per facilitare questi controlli e soprattutto per rendere trasparente la gestione dei diritti, la CISAC finalmente deliberò di istituire un modello internazionale unico di bilancio dei vari flussi di diritti musicali in entrata e in uscita e in attesa di destinazione, con l’obbligo per ciascuna Società di redigerlo anno per anno, con il necessario raccordo contabile fra le cifre così esposte e quelle figuranti nel bilancio ufficiale redatto e pubblicato dalla Società sulla base delle proprie norme statutarie e della legge locale.

Io non avevo partecipato alla redazione di questo modello internazionale, ma venni chiamato a darne la prima applicazione per la SIAE, operazione non facile cui poteva dedicarsi soltanto chi conosceva a fondo il sistema di gestione dei diritti con tutti i suoi inevitabili recessi. L’operazione mi prese non poco tempo, dapprima per delineare i vari flussi e quindi per verificarne e comprenderne le scritture e infine per ricondurle agli schemi e alle nomenclature del modello internazionale CISAC.

Con la pazienza di chi deve con molta attenzione dipanare una intricata matassa, potei poco alla volta condurre a termine l’operazione con il prezioso aiuto della bravissima contabile della Sezione Musica Simonetta Zoppi, e disegnare i percorsi per il raccordo tra i due diversi sistemi di esposizione dei dati, da utilizzare negli anni successivi. Fui particolarmente fiero di questo risultato, che permise alla SIAE di essere fra le prime Società confederate ad adeguarsi alle nuove regole.

XXXIII.5)  Il nuovo contratto-tipo per l’emittenza radiotelevisiva

Le difficili trattative per il rinnovo degli accordi generali tra la SIAE e la RAI dopo la stipula del primo eccezionale e transitorio contratto stipulato dalla SIAE con la FININVEST resero necessario stabilire nuovi rapporti di parità di trattamento a parità di condizioni obbiettive e a parità di uso del repertorio SIAE, tenuto anche conto che il pubblico potenziale destinatario delle trasmissioni di radio e di televisione era non aumentato, ma suddiviso fra le varie emittenti, e tenuto conto altresì della possibilità di ridiffondere in Italia programmi originari di paesi stranieri.

L’incarico affidatomi con il contratto di collaborazione coordinata e continuativa faceva riferimento in particolare alla emittenza radiotelevisiva, sebbene in pratica fosse aperto a qualsiasi materia; tant’è che il compenso mensilmente versatomi era formalmente motivato “per consulenza in materia di diritti di autore”.

Dovetti così assumermi l’incarico di redigere un testo – radicalmente nuovo ed originale – di licenza per diffusioni di opere del repertorio SIAE che potesse essere proposto a qualsiasi ente radiotelevisivo, con clausole direttamente applicabili alle varie situazioni concrete.

L’esperienza accumulata in anni di negoziati con la RAI per i repertori delle diverse Sezioni  e le difficili vicende degli ultimi anni (difficili non soltanto in Italia, anche per effetto della autentica rivoluzione verificatasi con l’ingresso delle aziende private nel campo della diffusione nazionale e locale, la ridiffusione, la trasmissione via satellite da un paese ad altri territori, ecc.) mi consentirono di preparare un testo che dovette essere innanzitutto portato a un confronto con la RAI, ente a più vasta gamma di utilizzazioni del repertorio sociale. La trattativa fu lunga, ma – salvo qualche inevitabile ritocco – il testo ebbe via libera, anche per il decisivo sostegno del prof. avv. Paolo Picozza, docente all’Università di Macerata e legale della SIAE specie nelle grosse vertenze in materia di TV.

XXXIII.6)  Il termine della collaborazione con la SIAE

La mancanza di responsabilità amministrative nell’espletamento dell’attività di consulente mi porta, alla lunga, a sentirmi un poco estraneo a questo ente, nel quale ho lavorato per circa mezzo secolo sempre in prima fila, a vari livelli, con una possibilità di iniziativa che era per me la condizione necessaria per impegnarmi seriamente e utilmente.

Poco alla volta, mi sento un pesce fuor d’acqua, nonostante sia ancora circondato dai colleghi di sempre e in particolare dal “gruppetto del caffè”, nonostante che alcuni dirigenti vengano regolarmente da me a espormi i loro problemi specie nei riguardi dell’estero e delle nuove forme di gestione dei diritti di autore. Il pullulare di nuove organizzazioni autorali specie nei paesi del Nord Europa, per tipi di opere o di utilizzazioni che vanno ormai tutelate attraverso licenze globali, con minimi risultati iniziali e con modalità di gestione inapplicabili da parte di un ente di diritto pubblico come la SIAE, pone continuamente problemi nuovi. Sta per arrivare la tutela del software. Presto arriverà Internet con tutta una problematica assolutamente nuova.

Io appartengo ormai ad altri tempi. La mia stessa segretaria, la carissima Laura D’Harmant che ha passato a fianco a me tanti anni, ha dovuto lasciarmi per continuare il lavoro in uffici vitali che le permettano di continuare proficuamente la sua carriera. Ho così per poco tempo un’altra segretaria con la quale non faccio in tempo ad affiatarmi.

In occasione dell’ultima scadenza del contratto di collaborazione, al 31 maggio 1992, propongo al Direttore Generale Lucio Capograssi  di rinnovarlo soltanto sino al 31 dicembre prossimo. Del resto, mi sto progressivamente distogliendo da Roma per radicarmi a Luco.

E così, il giorno 22 dicembre 1992 trascorrerò l’ultima mattinata alla SIAE, dove ero entrato il giorno 18 agosto 1941, oltre mezzo secolo prima.

Poco dopo la mia dipartita, arriva alla SIAE un Commissario Straordinario nominato dal Governo nella persona del dott. Carlo Gessa, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, che assume tutti i poteri  di competenza degli organi statutari elettivi, a cominciare da quelli del Presidente M° Roman Vlad, con il compito di attuare una riforma dello statuto sociale.

Il giorno 23 dicembre faccio il trasloco da Roma a Luco dei Marsi nella casa di via Roma 34 i cui lavori sono appena terminati.


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