Vincenzo Cherubini

Poesie

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L'autore

Poco o nulla so dire dell'autore di questa "popolare" poesia (= Piazza Umberto Primo). Ricordo solo che nell'estate 2004 incontrai Vincenzo Cherubini nella parte alta (il "Borghetto") di Luco dei Marsi (AQ), nato nel 1927, detto "Coppeteje" (Coppetello); sua moglie è Luisa (n. 1929). M'invitò gentilmente a casa sua, e con molta commozione mi dette il testo d'una sua poesia, ispirata alla piazza principale di Luco. Grande sorpresa e piacere a sentir dire di Giammarino, che da ragazzo avevo ben conosciuto: bizzarro di temperamento e sovrabbondante di alcol! Il "Don" dovrebb'essere identificato col parroco, a quel tempo don Nicola.

Una passione, la poesia, per l'operaio Vincenzo Cherubini anziché una professione.

Testo battuto a macchina, tutto in maiuscole, in un solo foglio. L'autore lo sottoscrisse di suo pugno, "A Padre Emilio, 17-8-2004".

Emilio Panella

Firenze, settembre 2009


Luco, 20 agosto 2010. Sulla strada di Santa Maria riincontro casualmente Vincenzo. Mi riconosce, e m'invita a casa sua, Via dei Segatori 5 ("Borghetto"). Presente sua moglie Luisa. Gran piacere e sorpresa. Mi racconta molte cose di sé, del suo umile lavoro (ora è in pensione). Va spesso e a lungo nelle Marche, dove vive una sua figliola. Sfoglia molte carte delle sue poesie, tutte dattiloscritte. Mi prega di leggerne talune ad alta voce. Poi mi regala otto fogli di poesie, qui inserite; le trascrivo con fedeltà al linguaggio e grafia dell'autore; unica eccezione accenti e apostrofi. Nessuna data cronologica. Ripongo i fogli originali tra le mie cartelle, voce "Cherubini".

Poeta per natura, Vincenzo, non per letteratura. E per passione. E con passione m'illustra il suo senso della vita, il suo rigore per il "reale", il suo rifiuto di tutto ciò che non si vede e non si tocca. Siamo seduti intorno al tavolo della cucina. Mi guarda; col dito destro tocca il braccio della moglie Luisa ed esclama con forza assertiva: «Ecco, io credo solo a quel che vedo e a quel che tocco». Luisa sorride. Anch'io. Poi gli dico, più o meno: «Anch'io tocco il braccio di Luisa, ma né io né Luisa sentiamo quel che senti tu. Dunque c'è un tuo interiore stato affettivo che ti genera commozione quando tu tocchi il braccio di Luisa. Quel che tu vedi e tocchi non prova l'esistenza del tuo amore, ma ne è l'effetto. E il tuo stato d'amore, tu né lo vedi e né lo tocchi. Eppure esso è così reale che ti suscita emozione quando tocchi il braccio di Luisa! E poi, caro Vincenzo, tu sei poeta: è proprio del poeta sentire e far dire alle parole quel che né occhio vede né orecchio ode!». Discutiamo a lungo sul tema, con passione ed ironia. Lo sguardo di Luisa ne esce più commosso di quello di Vincenzo.

Grazie ad entrambi!

Emilio Panella

Firenze, settembre 2010

7 gennaio 2017. Amici luchesi m'informano che Vincenzo e sua moglie Luisa (molto avanti negli anni!) stanno ancora bene. Auguri di cuore!


Vincenzo Cherubini


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