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Psalmo quarto [= Ps. 50]

3Misericordia a me fa, gra(m) Signore,

   sicondo la miseriordia tua ch'è grande

   |125v| co·la qual tu sol<l>evi il peccatore

le molte miserationi tuoe spande

   acciecba e rade la mia iniquitade

   co·lle tuoe mane tanto venerande.

4Anco me lava perché son bructate

   le mie potentie da nequitia ria

   e dal peccato monda miee pedate

5perché la iniquità mia vo che sia

   nel mio cognoscimento el mio peccato

   presente contra a me par senpre stia.

6A te solo, Signor, io ò peccato

   el mal dinanti a·tte fei, che se' giusto

   et vinci ognun quando se' accusato.

7Ecco di iniquità coperto ò il busto

   perché mia madre in esse e inne' peccati

   mi concepecte per lo primo gusto.

8Con pia verità son mesculati

   li acti che monstri, e di tua sapientia

   li occulti e incerti m'ài manifestati.

|126r|9Sopra di me sparge acqua di clementia

   cum ysopo pietoso e sarò mondo,

   lava e fa quasi nieve mia essentia.

10Strò in udir te gaudioso e iocondo

   e le miee ossa ch'eran superbite

   si rallegranno in humiltà ch'abbondo.

11Volta la faccia tua dalle ferite

   de' miei peccati e strugge le nequitie

   che in fin alle morelle [= midolle] eran già ite.

12Cuor mondo crea in me di tue [tucte cod.] divitie

   rinuova dentro spirito diricto

   acciò che scacci tucte miee malitie.

13Non mi gittar da te per mio delicto

   el tuo Spirito sancto che mi tiene

   da me non toglier ch'io sarei aflicto.

14Letitia salvera [= salutaris] rende alle vene

   et con principal spirto me conferma

   tenendo tucto il corpo colle rene.

15Insegnrò a' malvagi e all'alma inferma

   |126v|le vie che tu c'insegni, e li spietati

   ad te si conventran con pace ferma.

16Libera me, Signor, di que' peccati

   che son da carne e sangue, e goderae

   la lingua mia di don iusti mandati.

17Signor, le labbra miee m'aperae

   la tua man sancta, e la bocca mia poi

   la laude tua e gloria annuntierae;

18perché se sacrificio aver da noi

   volsuto avessi, donato l'arei,

   ma li holocausti d'animal non vuoi.

19Accepto sacrificio a Dio farei

   con spirto tribulato e cuoir contrito

   se humiliato per pena il vedrei.

20Amor benigno, fa perché perito

   non sia ·l tuo nome in Syon monte sancto

   e tua Ierusalem n'abbia il suo sito.

21Quine acceptrai sacrifici con canto

   holocausti con altre oblatione,

   |127r| vitelli sopra l'altar tuo dram pianti.

Quivi exaudrai le sancte oratione

   le qual vi si faran con divotione.

Gloria al Padre e gloria al suo Nato

gloria a Spirito sancto ch'è clemente

come in principio era in ogna mente

et è testé e senpre fi' chiamato

in secula de' seculi beato. - Amen.


 Psalmo quinto [= Ps. 101]

2L'oration mia, Signore, me exaudisce

   el grido ch'è pietoso ad te pervengna

   e con salute di me m'ammonisce.

3La faccia senpre inver la tua mantegna

   in dì qualunque io sia tribulato

   li orecchi inchina pei quai mi sostengna

quandumque io chiamo te sii mio advocato,

   presto m'exaudi perché non smarriti

   veggia i miei sensi e sia anichilato.

4Li miei dì come fumo [furno cod.] son fuggiti

   et l'ossa miee come arse le vedea

   |127v| aride diventar e i dì finiti.

5Son come fien percosso, e 'l cuor parea

   secco perché mangiare il mio pan solo

   di meritar già mai non lo dovea.

6Dalla voce d'interno pianto e duolo

   l'osso con carne s'è inunto non sano

   tanto ch'io strido più ch'io non suolo.

7Simile facto sono al pellicano

   che è solo, e come nicticora canto

   lo qual ne' casalin fa verso strano.

8Vegghiai, e·lle miee voce pien di pianto

   son come pàssar solitario in tecto

   lo qual con voce sua dilecta tanto.

9Tucto dì villanie con gran sospecto

   diceam li miei nimici, e i laudatori

   iuravan contra me in mio dispecto

10perché maggiavan cenner in fervori

   come se fusse pane e lo ber mio

   con pianto mesculava e con dolori,

|128r| 11dal volto dirà che suol esser pio

   et dalla indegnation tua mi nascondo

   ché mi levasti e desti colpo rio.

12Li dì vixuti come ombra in profondo

   son iti, e io quasi il fien ch'è tagliato

   d'aridità con secco grande abbondo.

13Ma tu, Signor, in eterno fermato

   se' e srai senpre, e fi' il memoriale

   da tucte generation laudato.

14Con pietà ti levrai al tuo iocale

   monte Syon che è sì derelicto

   che è tempo di misericordia avale,

15però ch'a' servi tuoi è nel cuor scripto

   amor di Syon, e suoe pietre sancte

   mostran pietà a·lluogho ch'è devicto.

16Lo nome tuo le gente tucte quante

   temranno, ei tucti re che sono in terra

   lodram tua gloria in eterno stante

17ch'edificrà Syon, se 'l ver non erra,

   |128v| Signore Iddio, e srà veduto in gloria

   con maestà la quale fi' sença guerra.

18Guatò nell'oration pia e notoria

   delli humili, e·lli lor preghi divoti

   non dispregiò ma donò lor victoria.

19Scrivasi questo perché l'idioti

   ricòrdinsi nel tempo che è futuro;

   et chi verrà, Iddio laudrà [landra cod.] con voti;

20perché dall'alto excelso sancto e puro

   luogho guardò e da' cieli beati

   considerò il terren cotanto obscuro

21per udir pianti delli incatenati

   et sciolger [= solveret] dei figliuoli i gram legami

   di culor che da morte fun spegnati

22perché in Syon lo nome di Dio chiami

   ciascuno, e in Ierusalem che è santa

   la laude sua e gloria vi si brami

23in convenir populi in una pianta

   e i re che insieme servano al Signore,

   |129r| li farà uno e dirà "Qui si canta"

24Yerusalem rispuose i(n) salvatore

   che di vertù è via, e disse a Dio:

   Nuntia il breve tenpo, o creatore,

25nel meço de' miei dì maggior mi è pio

   non rivocar me perché li anni tuoi

   finno in generation tucte, e non io.

26Inel principio tu, Signor, che puoi

   terra fondasti e opra di tuoe mane

   son li cie<l>i sancti innequa' star tu vuoi.

27Perano essi come cose vane

   ma tu ste senpre, e quasi vestimento

   ciascuno invecchierà in viçe extrane

et come copertoi drai mutamento

   28et mutrassi ogna cosa, ma tu strai

   senpre, e delli anni tuoi neun fi' spento.

 29Li figliuol de' tuoi servi ch'arai

   abitran teco, el seme lor superno

   in secula dirissar lo farai

|129v| acciò che teco che se' in eterno

viva, te conlaudando in sempiterno.

Al Padre al Figliuolo allo Spirito sancto

sia gloria come nel principio era

et è testé e senpre serà in terra

in secula de' seculi con canto. - Amen.


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