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Giuseppe Billanovich († 2.II.2000)

Carteggio Billanovich/Panella 1988-1997

 

A cavallo degli anni '80-'90 fui più volte sollecitato dal prof. Giuseppe Billanovich († 2.II.2000) a più specifica trattazione di temi o autori domenicani in cui si era imbattuto. Ne nacque una bella corrispondenza; anche se io, preso allora in Roma da altri impegni, non potetti sempre rispondere alle sue sollecitazioni.

Qui il nostro carteggio, serbato tra le mie carte personali.

Emilio Panella, febbr. 2009

  1988, 19.II,  3.III25.III12.IVgiug, ag   1991 sett.
  1989, 23.II 21.III8.IV, 4.X 31.XII   1992, 25.XII  |  1994, 28.XII
  1990, 15.V, 15.VIII20.X   1997, 19.IV
 

Trevet | Pilastri | PappazuriSimone e Francesco d'Arezzo | Tolomeo da Lucca | Giovanni Colonna | Giovanni dall'Incisa

 

 Livio in tre autori OP | famiglia romana

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Bartolomeo Pappazuri

G. Billanovich, La tradizione del testo di Livio e le origini dell'Umanesimo I/1, Padova 1981, c. 2 (Niccolò Trevet e Paolo da Perugia), pp. 34-40; in pp. 35-38 ripubblica Epistola fratris magistri Nicolai comentatoris ad Paulum. Si propone d'identificare il destinatario "Paolo" della lettera del Trevet con un Paolo da Perugia. Presi conoscenza dell'importante volume solo nel 1988.

Carteggio

Milano, Foro Bonaparte 55  -  19.II.1988.

Reverendo p. Panella

Edoardo Fumagalli mi ha passato il Suo estratto [= Priori di SMN]; che mi ha dolcemente riportato a tanti incontri a Santa Sabina, molti annia fa, con l'indimenticabile p. Kaeppeli. Il Suo articolo è ottimo e molto utile. Avevo ripubblicato la lettera di Niccolò Trevet a Paolo: apportandovi alcuni rimedi e inserendo qualche rinvio alle fonti (La tradizione del testo di Livio...). E avevo formulato l'ipotesi disperata che il destinatario della lettera potesse essere Paolo da Perugia. Molto più convincente la proposta che p. Kaeppeli formulò e che Lei rinforza: che il destinatario sia Paolo Pilastri. Per i rapporti del Trevet con gli italiani e per la diffusione dei suoi commenti andiamo ora molto avanti. Io mostro che Trevet commentò il testo della III Decade di Livio scoperto da Lovato Lovati e usato da Albertino Mussato: La biblioteca papale salvò le storie di Livio", in "Studi petrarcheschi", n.s. III (1986) 28-29 e 79; e mio fratello rivela - gliene manderemo l'estratto appena pronto - che in una serie di appunti autografi Mussato riprende dal commento di Trevet alle tragedie di Seneca ("Italia medioevale umanistica", XXVIII, 1985, 23-33). Grande intermediario tra Oxford e Padova fu ser Simone d'Arezzo, segretario del card. Niccolò da Prato. Di passo in passo nella dura via.

Mescolo insieme congratulazioni e ringraziamenti.

Giuseppe Billanovich


Roma 28.II.1988, mia risposta, carteggio personale


Milano 3.III.1988

Reverendo p. Panella

grazie della lettera e della fotocopia. Cercherò di farLe avere gli estratti. Per "La biblioteca papale salvò le storie ai Livio" temo di poterLe fare giungere solo un estratto dalle imperfette prime bozze. Per la questione se Trevet abbia o no commentato l'Eneide: M.L. Lord,  A commentary on Aeneid..., "Medievalia et Humanistica", n..s. 15 (1987) 147-60. Se stenta a trovare il volume, potrò fornirLe fotocopia. Nel mio volume "La tradizione di Livio..." troverà pure delle pagine (191-209) per il domenicano Bartolomeo Papazurri. Anche su questo argomento ogni Suo consiglio sarà provvido. Non riesco a intendere perché Kaeppeli, Scriptores III, ometta parecchi codici di opere del Trevet elencati da E. Franceschini, Studi e note di filologia latina medievale, Milano 1938, pp. 21 sgg. La proposta che il Paolo nella lettera del Trevet sia Paolo Pilastri è attraentissima. Anche se si scontra con alcune difficoltà: anzi tutto la mancanza assoluta nella lettera a ogni accenno che Paolo sia frate. Oso chiederLe un grande favore: V. Fineschi, Supplemento...: copia del passo che mostra Paolo Pilastri in Francia insieme al card. Niccolò? Grazie. E grazie dell'invito onorevolissimo a collaborare all'"Archivum". IMU è prodotto di normale Casa Editricie, non di Ente, e dunque non scambiabile.

Giuseppe Billanovich


Mia risposta, Roma 9.III.1988

Gent.mo prof. Billanovich,

grazie della sua lettera e delle infornazioni che mi dà. Quanto alle sue domande:

1. Non disponiamo qui di Fineschi, Supplemento... ; ve ne è copia nella Biblioteca Domenicana di S. Maria Novella di Firenze (segnatura: IV.2.1, già IV.i.1)...

2. È vero che fa difetto formale attestazione che Paolo, destinatario della lettera del Trevet, sia un OP; ma le coincidenze cronologiche di Paolo dei Pilastri OP in Pisa-Firenze si ricongiungono a quanto detto nel prologo al commento a De consolatione e ne rafforzano il valore allusivo: "Explanationem librorum Boecii de consolacione philolophica aggressurus votis quorundam fratrum satisfacere cupiens, qui me censentes ex ordinis Predicatorum professione tam maioribus quam minoribus apostolico debito obligatum ad hoc propter non nulla que in eis videbantur obscura deuota supplicacione compulerunt,... (ed. fotostatica SILK, s. d.: 1980 circa). Potrebbe riprendere la questione ex novo e farne un contributo per AFP. Che ne dice? Io stesso ho raccolto materiale archivistico per mettere a fuoco la biografia di Paolo dei Pilastri; ma per redigerla dovrò attendere che l'Arch. di  Stato di Firenze, in fase di trasferimento, riapra le porte il prossimo autunno.

3. Quanto ai codd. di opere del Trevet ignorate dal Kaeppeli, non saprei darle una spiegazione specifica. Tenga presente però che il vol. III di Scriptores è uscito nel 1980 e gli ultimi ritocchi redazionali gli devono esser stati fatti poco prima. Il Kaeppeli mi pregò di redigere la voce Remigio dei Girolami; il testo pubblicato contaminava quanto da me preparato con quanto nello schedario Kaeppeli, dando luogo a evidenti contraddizioni. Come potetti costatare di persona nell'incontro (1979) col Kaeppeli che mi sollecitava alla collaborazione, la malattia aveva già aggredito la lucidità dell'autore di Scriptores. Nel caso del vol. III pertanto, se buone <???>.

Ossequi, E. Panella


Padova, 25.III.88

Reverendo p. Panella

(...) Conoscevo la confessione del Trevet di avere lavorato al commento al De consolatione sollecitato dai confratelli; ma non mi basta: perché ho alcune ragioni di dubbio, da altre direzioni. La sola buona via è di continuare a scovare attorno al vasto gruppo: Paolo Pilastri - appena sarà di nuovo adibile, esplori l'Arch. di Firenze -, Trevet, il card. Niccolò, l'energicissimo ser Simone d'Arezzo, Albertino Mussato (...).

Giuseppe Billanovich


Mia risposta, Roma 12.IV.88

Carissimo prof. Billanovich,

ho letto, e studiato, in questi giorni la sua La tradizione con immenso piacere intellettuale; grazie veramente per averci dato un'opera di tal genere e di tale respiro. Il riordino di studi precedenti rende più affascinanti i legami e persuasive le continuità. Nelle sue lettere mi puntava il dito su taluni personaggi.

1. Non mi toglierà la sua amicizia, spero, se con la medesima sincerità le confesso che il cap. II non è di quelli "forti". Avrei scritto le medesime cose in Priori di SMN su Nicola Trevet se avessi preso visione di queste pagine. Lei accenna a piste e tracce a favore di Paolo da Perugia che verosimilmente si riserva di esporre a suo tempo; le attendo con curiosità, e allora farò ammenda della proposta "Pilastri".

2. fr. Bartolomeo dei Papazurri OP ( 1365) → Bartolomeo dei Pappazuri da Roma

Episcopus Theanensis (Teano, prov. Caserta, 1348-53) et Theatinus (Chieti, 1353-63), archiep. Patracensis (Пάτρα, Pátra = Patrasso, a nord del Peloponneso, 1363-65), Padova 11.VIII.1365. SOPMÆ IV, 42.

3. Non ho sottomano gli studi più sistematicamente biografici di Simone d'Arezzo (notaio del card. Niccolò da Prato) e non posso pertanto valutare le seguenti segnalazioni, che rimetto tra le sue note:

Arch. di Stato di Firenze, Dipl. S. Domenico d'Arezzo 12.VIII.1338: messer Simone del fu ser Benvenuto della Tenca, sepoltura nella chiesa OP d'Arezzo (non ho visto l'originale, ma a suo tempo presi soltanto l'appunto dal catalogo del Diplomatico).

In memoriam dell'amico Billanovich. Vidi poi (genn. '98) e trascrissi ASF, Dipl. S. Domenico d'Arezzo 12.VIII.1338: Hoc est exemplum... testamenti conditi per dominum Symonem condam ser Benvenuti de Tencha, civem aretinum et populi espiscopatus, scriptum et publicatum manu ser Cionis condam Gabriellis notarii infrascripti, reperti per me notarium infrascriptum..., cuius quidem testamenti tenor et forma talis est, videlicet (...):

Dominus Symon condam ser Benvenuti de Tencha, civis aretinus de populo espiscopatus,… (fece testamento). Imprimis voluit et sibi elegit sepelliri apud locum fratrum Predicatorum vel apud illam ecclesiam honorabiliter que fuerit in loco ubi decesserit. Item voluit et reliquid quod in ecclesia  fratrum Predicatorum de Aretio fiat unum altare in loco que<m> decenter eligerint infrascripti sui executores. … Item reliquid et legavit priorisse 10 lib. dicte monete, et cuilibet moniali et fratri converso Sancte Marie Novelle de Aretio qui ibidem fuerint tempore sue mortis 10 s. (…). Item reliquid et legavit sorori Vanne germane sue, moniali dicti monasterii <scil. Montis Calvi aretine diocesis>,... totum affictum partis sue quam habet in molendino (…). Item reliquid et legavit conventui fratrum Predicatorum civitatis Aretii omnes et singulos libros infrascriptos: inprimis Augustinum de civitate Dei. Contra Faustum et de natura boni in uno volumine. Item Augustinum Confessionum…. Item expositiones ad litteram Iob dicti sancti Thome cum libello de missa composito per fratrem Nicolaum Treveth anglicum ordinis fratrum Predicatorum in uno volumine. (...) Item Tutto Livium de ystoriis romanorum cum espositione dicti fratris Nicolay. Item (...). Item legavit conventui fratrum Predicatorum de Aretio omnes libros teologicos et philosophicos et morales qui reperiuntur penitus eum et non legati essent per eum dicto conventui. (...). Acta sunt hec omnia Aretii in domo habitationis dicti testaroris, presentibus religiosis viris fratre Thobaldo condam Nepi de Ludemeriis, fr. Benedicto olim Baroncinii, fr. Iacopo Ducii et fr. Iacopo Fei Braccii de Aretio de OFP beati sancti Dominici... [annulla precedenti testamenti].

Testamento esemplato il 6.I.1371; ed. (incompleta, omette i testi OP!) U. Pasqui, La biblioteca d’un notaro aretino del secolo XIV, «Archivio storico italiano» ser. V/4 (1889) 250-55 BiblRiccard Ri.I.44/II (visto 14/01/98). [cf. Billanovich, La biblioteca papale 47 ss; L. Muttoni, Il cardinale Niccolò da Prato per il canonicato veronese di Simone d'Arezzo, «Italia medioev. e umanistica»  23 (1980) 377-79. cart. Nicc. da Prato.

AA. VV., Niccolò da Prato e i frati Predicatori tra Roma e Avignone, «Memorie domenicane» 44 (2013) p. 603b voce "Simone della Tenca".

ASV, Reg. Suppl. 19. f. 253r (Clem. VI, Avignone 19.IV.1349): fr. Franciscus episcopus nimociensis chiede il beneficio della cantoria della medesima chiesa a favore di suo nipote "Benvenuti da Arecio", cantoria "que speratur vacare per professionem Symonis de Arecio, cantoris dicte ecclesie, ingressi ordinem Predic." [Simone altro da Simone della Tenca]

Francesco d'Arezzo OP: MOPH XX, 208/23 (1318), 233/22 (1324); vescovo nimociensis (= Nemosia = Limassol, isola di Cipro) 1346-51 ca.: Fedalto II, 179.

4. Tolomeo da Lucca, Determinatio compendiosa [1280 ca.] c. 23 (ed. Krammer, Lipsia 1909, pp. 45-46): Titus etiam Livius loquens de predicta victoria sic dicit de Scipione quod quando misit obsides Romam, primum ortatus est universos bonum habere animum, "venisse enim eos in populi Romani potestatem, qui benefitio quam metu obligare homines malunt exterasque gentes fide ac societate vinctas habere quam tristi subiectas servitio" [XXVI, 49, 8].

ID., Continuazione (1300-1302 ca.) del De regno di Tomm. d'A., III, 6: Unde Titus Livius, De bello punico, narrat [XXVI,50] Scipionem sponsum dictae virginis allocutum fuisse, in quo sermone suam ostendit pudicitiam digne principibus imitabilem et dominii meritoriam. Scribit et idem Titus da ipso quaedam benevolentiae inductiva in praedicta victoria. Cum enim misit obsides Romanis, primo quidem hortatus est universos bonum habere animum: [XXV1,49,8] "Venisse enim eos in Romanorum potestatem qui beneficio quam metu obligare homines malunt, exterasque gentes fide ac societate iunctas habere quam tristi subiectas servitio" (tra le ed. volgate di Tommaso, De regimine principum).

Ritiene che Tolomeo raggiungesse direttamente Livio? Il brano di citazione letterale e il titolo "de bello punico" mi fanno pensare di sì. Che ne pensa lei? Le due opere sono state scritte certamente in Toscana tra Lucca a Firenze. Non esistono citazione liviane nella enorme produzione letteraria di Remigio dei Girolami, fiorentino OP († 1319).

Saluti cordiali. fr. E. Panella OP


Giugno '88.

G. Billanovich, La biblioteca papale salvò le Storie di Livio, «Studi petrarcheschi» 3 (1986) 1-115. Dono dell'A., giugno '88. "Paolo" della lettera del Trevet = Paolo da Perugia (p. 27).


Luglio '88.

G. Billanovich, Abbozzi e postille del Mussato nel Vaticano lat. 1769, «Italia medioevale e umanistica» 28 (1985) 7-35. Dono dell'A. con dedica autografa, luglio'88.


Agosto '88.

G. Billanovich, Il testo di Livio. Da Roma a Padova, a Avignone, a Oxford, «Italia medioevale e umanistica» 32 (1989) 53-99, ricevuto in dono dall'A. in sett. '91; me ne aveva inviato bozza dattiloscritta in ag. '88, senza note. In pp. 87-93 fa riferimento a Priori di SMN e accoglie - sia pure con qualche riserva - l'identificazione "Paolo" = Paolo dei Pilastri da Firenze OP. Riferisce delle notizie archivistiche segnalategli su Simone d'Arezzo (pp. 89-90), notaio del card. Niccolò da Prato.

«Ma il patriarca Paolo morì ad Avignone press'a poco due settimane dopo», rispetto al 28.III.1314 (Billanovich, Il testo di Livio 91). Insostenibile il decesso in Avignone; la Cronica fratrum fiorentina è formale: «Tandem sublimatus ad cathedram patriarchatus gradensis ecclesie et inthroniçatus ibidem, vixit post hec diebus xv vel circa. Vixit in ordine annis xliiijor et menses aliquos» (n° 213). Inoltre morì circa due settimane dopo la "presa di possesso": intronizzazione o presa di possesso è percorso canonico distinto, e cronologicamente successivo, alla data di nomina 28.III.1314 e della consacrazione episcopale. Il successivo decesso registrato dalla Cronica è datato 17.IX.1315; il successivo patriarca gradense fu nominato il 24.XI.1316 (HC I, 266). L'oscillazione della data di morte di Paolo ha ricaduta sulla sua entrata in religione, 1271-72.


Milano, 23.II.1989

(...) Ho ripensato al suo utile articolo su Livio e Tolomeo da Lucca [= Livio in Tolomeo da Lucca]: Sono d'accordo con lei che Remigio Girolami non conobbe Livio. Ma poiché Minio e Davis richiamano Livio per Remigio, varrà la pena di puntualizzare? Sono stato a Roma in volo. Ma probabilmente ci tornerò, ingolfato in Vaticana, il 10-11 marzo. Grazie, grazie. Suo Gius. Billanovich


Padova, 21.III.1989

Le ho appena spedito l'estratto di Ross. Ho corretto il rinvio a Valerio Massimo. Lei aveva pienamente ragione: non occorreva invece niente mutare per Remigio. (...). Suo G. Billanovich


Roma, 31.III.1989

[Mia lunga lettera di pp. 3 al Billanovich a proposito di B. Ross, New autographs of fra Giovanni Colonna, «Studi petrarcheschi» 2 (1985) 211-29. [cartella Ioh. Colonna]

Distingui omonimi:
Giovanni Colonna da Roma OP
senior, provinciale 1247-55, vescovo di Messina 1255-63 [non di Nicosìa 1262-?] † 1263-64 ca. MOPH XXII, 198b. HC I, 337, 365(?).

Giovanni Colonna da Gallicano da Roma OP, 1298-1343. SOPMÆ II, 399-400; IV, 147. Billanovich, La tradizione 123 ss. G. Billanovich, La biblioteca papale salvò le Storie di Livio, «Studi petrarcheschi» 3 (1986) 31-32.

Giovanni Colonna da Roma, arcipresbitero lateranense, card. 1327, † 3.VII.1348. HC I, 16.


Milano, 8.IV.89

Reverendo e caro p. Panella

È arrivata la lettera; arriveranno le fotocopie. Tre volte grazie. No, no: il Laurenziano, FI Nazionale e le note scritte nel Lattanzio di Oxford sono sicurissimamente di Giov. Colonna. Se tornando nella Sua Firenze, passerà alla Nazionale, dia un'occhiata a quel codice: che parla più chiaro di ogni altro.

Vorrei essere a Roma, e cioè sopra tutto alla Vaticana, giovedì 11 - sabato 13 marzo.

Cordialissimamente, GBill.

[cartella Ioh. Colonna]


Milano, 4.X.1989

Braxton Ross ha finalmente fatto arrivare la sua relazione definitiva; e così tutto il gruppo è pronto per la stampa. Ora Ross insiste nel preparare l'edizione critica di fra Giovanni Colonna, De viris illustribus.

Lei dà, a p. 1, la lezione errata "vinctas" dall'edizione della "Determinatio", e la lezione esatta "iunctas" dal "De regno". Gioverebbe trovare un rimedio. (...)


Padova, 31.XII.1989

«Studi petrarcheschi», VI, con i pezzi liviani suo, di Ross, di Zanella, è in tipografia. Mi sono permesso di aggiungere una glossa mia - che spero lei approvi - derivata dalla sua presentazione di Tolomeo. Eccola la copia per lei. (...).


Grazie, Milano 10.jpg Santa Maria delle Grazie: chiesa e convento dei domenicani a Milano, dove fui ospite.

Milano 15.V.1990: Attività dell'Istituto Storico Domenicano (Roma). Relazione che tenni presso l'Univ. Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di Studi medievali umanistici e rinascimentali, dietro invito dei proff. Gius. Billanovich, M. Regoliosi e Mirella Ferrari. Ricordo che poi, la sera, m'invitarono ad una cenetta in un piccolo ristorante. Cena semplice, informale, con molte belle chiacchierate! Grazie.

Lettera della prof.ssa Mariangela Regoliosi, Milano 2.VI.1990.


Padova, 15.VIII.1990

(...) Esce ora Billanovich, Ser Simone di Arezzo, "Atti e memorie della Accademia Petrarca" 7 (1988) 235-46. Ma queste pagine sono una sezione di un lungo articolo che uscirà in "Italia medievale e umanistica" XXXII (1988 =1989?) - nel quale ci sono tanti debiti miei a lei; e che le invierò in estratto appena l'otterrò. Sogno sempre, per i nostri "Studi petrarcheschi", un articolo su fra Giovanni dell'Incisa, il paesano, amico, parente del Petrarca. Cf. Petrarca, Familiari III, 18; VII, 11 e 12. Ne discutevamo già con p. Kaeppeli. Fino a tutto settembre sarò padovano.

Suo, suo GBillanovich


Risposi, Roma 26.VIII.90, inviandogli secche note documentaristiche su Giovanni dall'Incisa OP, non testo elaborato per pubblicazione.

[vedi ora Giovanni dell'Incisa]


Milano, 20.X.1990

Caro p. Panella

Subito. L'articolo su fra Giovanni dell'Incisa [corretto su dall'Incisa], per "Studi petrarcheschi", lo darà lei: quando potrà.


Sett. 1991

G. Billanovich, Il testo di Livio. Da Roma a Padova, a Avignone, a Oxford, «Italia medioevale e umanistica» 32 (1989) 88-93, tutto l'art. pp. 53-99; esemplare inviatomi gentilmente dall'A., sett. 1991; me ne aveva inviato bozza dattiloscritta in ag. '88, senza note.

Pp. 87.88: «La restauratrice eroica Ruth Dean, riesumando una lettera aggiunta a una copia del commento del Trevet al De consolatione di Boezio — nell'Ambrosiano A 58 inf. —, ha rivelato che il Trevet negli anni estremi del Duecento fu in Italia e si mosse tra Pisa e Firenze; e che a Pisa fu sollecitato da un amico Paolo a comporre quel suo commento. Paolo fu un italiano; non un inglese. Ma chi? L'editore dei libri xxxi-xxxv per il Livio di Oxford accostò invano questo Paolo a un molto piú tardo Paolo Spira da Colonia. Io mi sono  domandato, temerariamente, se il Trevet a Pisa possa essersi alleato con il giovane promettentissimo Paolo da Perugia: che in fine a Napoli si elevò a bibliotecario di re Roberto e a affettuoso pedagogo del Boccaccio. Contemporaneamente il massimo studioso della storia dei suoi domenicani Thomas Kaeppeli chiese, laconico, se il buon amico del Trevet a Pisa sia stato il domenicano Paolo di Gualduccio Pilastri; e questa proposta è stata allargata dal domenicano Emilio Panella. La candidatura di Paolo da Perugia è possibile, solo possibile; e la mera possibilità non basta a fare storia. L'identificazione con fra Paolo Pilastri è confortata da coincidenze estremamente attraenti; ma è disturbata da noiose obbiezioni».


Padova, Natale 1992

Reverendo e caro p. Panella

Vive, vive grazie di "Bartolomeo di Tebaldo": che ho subito studiato con frutto e che ora faccio circolare tra gli amici. E chissà che a Roma o a Milano ci si possa prima o dopo rivedere. Cordialissimi auguri per il 1993.

Suo G. Billanovich


Padova, 28.XII.1994

Caro p. Pan[n]ella

Sì, è arrivato l'essenziale IV volume. Ma in "Italia medievale e umanistica" non si fanno recensioni. Cercheremo di parlarne altrove. Scusi la tarda segnalazione. Eccole, a parte, l'estratto che desidera. Non <so> se rimpiangere la sua partenza dall'Aventino o rallegrarmi per il ritorno nella sua Toscana. Un cordialissimo augurio di laborioso e quieto 1995.

Suo G. Billanovich


Padova, 19.IV.97

Grazie del dono - molto saporoso - e perciò grazie del ricordo. Bravo. Chissà che in una discesa a Firenze possa venirla a trovare a S. Maria Novella. Bene, bene augurando

G. Billanovich [ultima lettera ricevuta]


Firenze SMN, febbr. 2009


Firenze 14.VI.212: a pranzo è ospite da noi, in SMN, il prof. Edoardo Fumagalli - discepolo del Billanovich -, ora insegnante in Univ. Friburgo-Svizzera, che mi ricorda i tempi in cui frequentava l'Archivio gen. di Santa Sabina, e la comune frequentazione col Billanovich. Ride, e racconta un fatterello che avevo del tutto dimenticato: a Milano (1990) il Billanovich mi presentò "Pannella". Avrei corretto: Purtroppo io sono "Panella" con una sola n, mentre due nn ce l'ha solo il grande Marco!


finis

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