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Chiesa Santa Caterina di Pisa

La Cronaca di Santa Caterina di Pisa
usa lo stile pisano
?,

«Memorie domenicane»
16 (1985) 325-334.

 

"... usa lo stile pisano"  -  senza punto interrogativo!

1 La questione
2 La Cronica Sancte Katerine de Pisis
3

Spoglio:

capitoli | Ranieri Maturo | Giordano da Pisa | Angelo dei Lanfreducci | esitazione

4 Gli Annali | Francesco Trombetta | priori | Stefano da Codiponte | predicazione písana del Savonarola
5 fino all’unificazione del computo
6 grande mortalità 1348
7 Conclusioni  | *
 

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 ediz. (2005)  ■  aggiorn. bibliogr.

1. la questione

Sollevò la questione Salvatore Barsotti nel 1911 a proposito di fr. Giordano da Pisa: il centenario era da celebrare nel 1911 o 1910? fr. Giordano morto nel 1311 o 1310? A parte i centenari e loro celebrazioni, il problema ha una qualche importanza ai fini dell’utilizzazione del prezioso documento del convento domenicano di Pisa. Il Barsotti argomentava brevissimamente da un documento pisano esterno alla Cronaca, i capitoli della Compagnia del Crocione; qui si dichiara di voler far memoria delle luminarie «cominciando anno Domini MCCCXII lo dì di sancta Maria Anunsiata»; cioè 25 marzo 1311 del computo moderno, poiché lo stile pisano anticipa d’un anno lo stile fiorentino «ab incarnatione» (25 marzo). Il medesimo documento inserisce nelle feste d’agosto, tra vigilia e ottava dell’Assunta, la «Vigilia beati Giordanis». Secondo la Cronaca Giordano muore l’anno «M°ccc°xj° de mense augusti infra octavas Sancte Marie», cioè l’anno 1310 del computo moderno, se vogliamo dar tempo agli estensori dei capitoli del 25 marzo 1311 di celebrare la morte del glorioso concittadino. Gli studiosi che utilizzano la Cronaca pisana hanno lasciato cadere l’argomento del Barsotti e continuano ad attenersi agli anni della Cronaca, talvolta annotando il dubbio irrisolto talaltra passandolo sotto silenzio.

SALVATORE Barsotti, Il beato Giordano da Pisa. Note critiche nel settimo centenario della sua morte, MD 28 (1911) 294-311; la nostra questione a pp. 294-95. Riccardo Barsotti, I manoscritti della «Cronica» e degli «Annales» del convento domenicano di S. Caterina di Pisa, MD 45 (1928) 211 ss, nell'Addenda et corrigenda del solo estratto estratto avvertiva che le date erano state «semplicemente trascritte dai due mss., che seguono lo stile pisano».

C. Delcorno, Giordano da Pisa e l’antica predicazione volgare, Firenze 1975, 4 n. 3. C. Segre, Bartolomeo da San Concordio, DBI 6 (1964) 768-70. C. Delcorno, Domenico Cavalca, ib. 22 (1979) 577-86. R. Lotti, Alcune osservazioni sulle fonti biografiche del Cavalca, «Lettere italiane» 4/1983, pp. 509-16: l’A. discute dettagliatamente la notizia biografica della Cronaca pisana sul Cavalca, corregge il mese (dicembre, non ottobre come nell’edizione Bonainí), ma non pone il problema dell’anno. Del Lotti vedi il contributo sul Cavalca in questo stesso volume, MD 16 (1985) 285-304.

Il Barsotti in verità non assicurava un punto decisivo del suo argomento: l’inserimento della menzione «Vigilia beati Giordanis» tra le feste d’agosto del suo documento è coevo all’avviamento della stesura (25 marzo 1311) dei capitoli della Compagnia del Crocione o ad esso posteriore? «Una parte del codice, questo è certo, fu compilata nel 1312, stile pisano» (Barsotti, Il beato Giordano 294; corsivo mio). Inoltre il Barsotti si asteneva del tutto dal verificare l’ipotesi sugli altri dati della Cronaca.

2. la Cronica

Cr Ps = Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis. Pisa, Biblioteca Cateriniana (Seminario Santa Caterina) 78, ff. 40. Quando citata per n° seriale di biografia, questo corrisponde a ed. F. Bonaini, «Archivio storico italiano» I ser., tomo 6, parte II (1845) 399-593. Ma quanto a testo, leggi edizione web EP.

Annali = F. Bonaini, Excerpta Annalium conventus Sanctae Catharinae de Pisis, ib. pp. 595-633.

A evitare fraintendimenti e anticipando le conclusioni, per le date posteriori al 25 marzo do prima l’anno della Cronaca, seguìto, dopo barra, dal corrispondente anno del computo moderno; es. luglio 1347/6.

Cr Ps in realtà a prima lettura lascia perplessi. Iniziata negli ultimissimi anni del Trecento da fr. Domenico da Peccioli († dic. 1408) che utilizza per il periodo più antico note di fr. Bartolomeo da San Concordio († luglio 1347/6) aggiornate da fr. Ugolino  di ser Nuovo dei Cavalosari († 1364), la Cronaca è avara di date croniche. Scarsi, talvolta insicuri, gli anni del decesso nelle notizie del XIII e XIV secolo.

L’anno di morte di fr. Ugolino dei Cavallosari, non dato dalla Cronaca, benché benemerito cronista, è attestato da documenti del convento domenicano di Santa Maria Novella: Necr. I, 535. Fr. Ranieri da Rivalto, morto durante la peste del 1348 secondo la Cronaca (Cr Ps n° 209, ed. 544), risulta da atti notarili ancora in vita il 15.XI.1360/59 (Barsotti, Il beato Giordano 299-300) [giunta posteriore: ma c'è verosimilmente da distinguere due distinte persone: fra Ranieri di Giordano († 1348) nipote di fra Giordano, e fra Ranieri dei Granchi]. Fr. Oddone da Sala morto «de mense may 1324» (Cr Ps n° 139, ed. 489) di fatto morì in luglio 1325 (ib. p. 491).
Il perturbamento della successione cronologica dei decessi si tradisce in più luoghi; segno che la registrazione non è coeva al decesso. Omissioni di registrazioni sono apertamente denunciate dal cronista fr. Domenico da Peccioli (n° 141 «Credo enim, et ita comperi, quod multi fratres fuerunt qui ab isto libello antiquitus neglecti fuerunt»; pp. 493-94).

La sequenza delle registrazioni non sempre e necessariamente rispecchia la cronologia dei decessi. Più attendibile si fa nelle notizie sui frati coevi o di poco anteriori ai cronisti, specie a fr. Domenico da Peccioli e fr. Simone di Filippo da Cascina; quest’ultimo inizia a scrivere nel «1411» e registra i frati morti nel primo decennio del Quattrocento. Ma in nessuna delle pagine della Cronaca, neppure in quelle più accurate, è dato imbattersi in alcuna sequenza di anni, e di mesi entro l’anno, che mostri palesemente lo stile del computo usato dai cronisti. Un sia pur cursorio raffronto con la Cronaca del convento fiorentino di SMN dà la misura dello scarto tra il documento pisano e la straordinaria autorevolezza della testimonianza di quello fiorentino; qui a partire dal 1280 molti cronisti si succedono alla registrazione coeva dei decessi dei frati. Né la Cronaca pisana regge il confronto con le Cronache dei conventi domenicani di Perugia e d’Orvieto iniziate nel secondo quarto del XIV secolo; affine è invece a quella di San Domenico in Camporegio di Siena avviata nel 1403 e confrontata col compito di reperire notizie sui primi due secoli di vita del convento.

La Cronaca fiorentina, volgarizzata sotto l'improprio termine di "Necrologio", è edita da S. ORLANDI, "Necrologio" di S. Maria Novella, 2 voll., Firenze 1955. Cronaca di Perugia: Perugia, Bibl. comun. ms. 1141. Cronaca d'Orvieto: JEAN MACTEI CACCIA O.P., Chronique du couvent des Précheurs d'Orviéto, ed. A.M. Viel - P.M. Girardin, Roma-Viterbo 1907. Cronaca di Siena: Fontes vitae S. Catharinae Senensis Historici. I necrologi di S. Domenico in Camporegio, a c. di M.-H. Laurent, Milano 1937; quest'ultima inizia: «Anno eiusdem salutifere Incarnationis millesimo quadringentesimo tertio, de mense iulii...» (p. 1) adottando lo stile senese. Sui documenti necrologici medievali, da tener ben distinti dal genere della Cronica conventuale, vedi N. HUYGHEBAERT, Les documents nécrologiques, Turnhout 1972.

Eppure uno spoglio più attento della Cronaca pisana può permettere di decidere la questione con argomenti di notevole peso, perlomeno di fissare i criteri d’utilizzazione, fermo restando l’obbligo della cautela per le date d’eventi remoti ai rispettivi cronisti o contestate da altre fonti più attendibili. Ecco quanto si può annotare sulla questione.

3. Spoglio

a. Rimandi ai capitoli provinciali (CP) della provincia Romana e ai capitoli generali (CG) dei frati Predicatori. Do in sinossi i rimandi come nella Cronaca pisana e i rispettivi riscontri negli atti dei capitoli provinciali e generali.

Cronaca pisana

CP/CG

p. 401 CP Orvieto 1250

Orvieto 1250 (MOPH XX, 11)

p. 401 CP S. Sabina 1287[8]

S. Sabina 1287 (XX, 79)

p. 401 CP Síena 1251

Anagni 1252 (XX, 13/32-36)

p. 401 CP Anagni 1265

Anagni 1265 (XX, 32/14-15)

p. 412 CP Napoli 1260

Napoli 1260 (XX, 24-25)

p. 417 CP Siena 1260

Siena 1251 (XX, 11-12)

p. 430 CP Perugia 1277

Perugia 1277 (XX, 48)

p. 437 CP Napoli 1279

Napoli 1278 (XX, 49-51)

p. 440 CP Napoli 1279

Napoli 1278 (XX, 49-51)

p. 480 CP Arezzo 1316

Arezzo 1315 (XX, 193-51)

p. 505 CP Písa 1298

Pisa 1298 (XX, 129/12)[9]

p. 585 CG Bologna 1408

Bologna 1407 (VIII, 133)[10]

Il cronista Domenico da Peccioli, nell’intento di colmare le lacune dei cronisti precedenti, dichiara nel prologo di aver tratto notizie «que in cronicis et in actis capitulorum legi de ipsis, que illis [cioè a fr. Bartolomeo da San Concordio e fr. Ugolino dei Cavalosari] scribere cure non fuit» (Cr Ps f. 2r, ed. 401). Domenico ha davanti a sé copia degli atti capitolarí. Lo conferma il terzo rimando, CP Siena 1251; il riscontro è in CP Anagni 1252, ma l’anno precedente il capitolo era stato tenuto a Siena: contíguità del testo utilizzato (Anagni 1252) e della data del capitolo precedente (Siena 1251) genera nel cronista l’errore di commistione nell’atto di documentazione. Degli 11 rimandi ai capitoli provinciali (il 12°, CG Bologna 1408, è del cronista Simone da Cascína) 6 si attengono all’anno degli atti (Orvieto 1250, S. Sabina 1287, Anagni 1265, Napoli 1260, Perugia 1277, Pisa 1298), 2 sono palesemente errati (Siena 1251, Siena 1260), 3 adattano allo stile pisano (Napoli 1279, Napoli 1279, Arezzo 1316). Ignorando i rimandi errati, Domenico ha iniziato attenendosi all’anno della propria fonte, poi ha adattato allo stile pisano, ma non senza qualche ripensamento (CP Pisa 1298). Simone da Cascina (CG Bologna 1408) si attiene allo stile pisano.

b. Uno spoglio del fondo diplomatico Santa Caterina di Pisa e dei registri notarili pisani potrebbe rilevare dati utili a fissare lo stile della Cronaca quando coincidessero con gli anni offerti da quest’ultima. Nel caso di fr. Ranieri Maturo, morto secondo la Cronaca nel 1318 (Cr Ps n° 124, ed. 483), il documento pisano del 30 luglio 1318/7 segnalato dal Bonaini trascina con sé, allo stile pisano, il 1318 della Cronaca.

Per l’archivio del convento pisano anteriormente alla soppressione cf. R. Paesani, L’arcbivio e il fondo pergamenaceo di S. Caterina in Pisa, «Bollettino Storico Pisano» 42 (1973) 73-110.


[8] «in Sancta Sabina MCCLXXXII» ed. Bonaini p. 401; «in Sancta Sabina 1287» l’originale in cifre arabe Cr Ps f. 2r, come si legge nella riproduzione fotografica di Cronaca f. 2r data dal Barsotti in MD 1928, 228 bis (Tav. xiii), Ma questo è l'unico errore dell'ed. Bonaini in fatto di cifre?

[9] «Frater Bartholomeus Ciaffi… predicator generalis in capitulo Pisis 1298» (Cr Ps n° 162, ed. 505). CP Pisa 1298: «Facimus predicatores generales fratres Bartholomeum Cassi, Ubertum priorem Sancte Sabine... » (MOPH XX, 129 rr. 12-14). Nessun dubbio sull'identità del frate, nonostante la deformazione onomastica («Cassi») trasmessa dagli atti capitolari. Una pergamena del fondo diplomatico di Santa Caterina di Pisa documenta il testamento (17.V.1301/0) di «Beteccha relicta Henrigi Villani et filia condam Mathei Ciaffi» che lega lire 20 di moneta pisana al fratello germano «fratri Bartholomeo de ordine fratrum Predicatorum» (in BARSOTTI, Il beato Giordano..., pp. 309-10); «fratrem Bartholomeum Ciaffum» (ib. p. 310).

[10] CG Bologna 1407, MOPH VIII, 133. Gli atti del CG Bologna 1407 in MOPH VIII, 133, vanno integrati col contributo di G. MEERSSEMAN, Fragmentum actorum capituli generalis Bononiae A. 1407 celebrati, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 22 (1952) 196-200.


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