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3. I personaggi: fr. Iacopuccio da Spoleto,  fr. Francesco da Trevi

fr. Iacopuccio da Spoleto

Nessuna notizia di fr. Iacopuccio da Spoleto, studente di logica («iuvenis studens in loyca» §4, primi gradini del curriculum formativo dei domenicani del tempo), nello studio conventuale di Arezzo e qui miracolato nell’anno 1326. A meno che non volessimo riconoscerlo in «fr. Iacobutius» assegnato nel 1331 studente in logica («in logicalibus») nel convento di Spoleto, lettore fr. Uberto di Donato da Firenze († 1379), di cui c’informano gli Atti dei capitoli provinciali della provincia Romana:

MOPH XX, 263/23-26 (1331): «Item in conventu Spoletano ubi leget fr. Ubertus Donati Florentinus, cui assignamus studentes fratres Angelum de Portafracta, Angelum de Sancta Katerina, Iacobutium, Nycolutium, Thomam Aretinum et Chiricum de Narnia». Studi «in logicalibus» (pp. 262-64) senza distinzione tra logica vetus e logica nova.

Cosa non del tutto improbabile, perché in tale fonte si nota la tacita convenzione d’estendere agli antroponimi privi di specificazioni onomastiche il medesimo toponimo annunciato nella rubrica («Item in conventu Spoletano…»); e perché in quei decenni gli studi di logica passavano di regola attraverso due cicli distinti in logica vetus e logica nova.

fr. Francesco da Trevi

A sufficienza invece gli Atti c’informano sul redattore del miracolo aretino, fr. Francesco da Trevi (nel ducato e diocesi di Spoleto, oggi prov. Perugia). In Spoleto 1291 studente di logica nuova sotto l’insegnamento di Feliciano da Spoleto; con compagni di studio di provenienza aretina, fulginate, viterbese, perugina (MOPH XX, 101/18: Franciscum de Trebio). In Pistoia studente di filosofia naturale nel 1295 (MOPH XX, 122/2: Franciscum de Trebio). Nel 1301 assegnato, insieme con Giovanni dei Tornaquinci da Firenze ed Angelo da Tivoli, allo studio parigino di Saint-Jacques (MOPH XX, 141/17: Franciscum de Trebio). Rientrato in provincia, è nominato nel 1305 lettore del convento di Todi (MOPH XX, 154/29: Franciscum de Trebio). Nel 1306 visitatore dei conventi Firenze Prato Pistoia Lucca Pisa e della casa in Sarzana (non ancor convento, lo sarà nel 1310) (MOPH XX, 162/18-20: Franciscum de Trebio). In Foligno lettore negli anni 1310, 1331, predicatore con privilegi di lettore nel 1332: MOPH XX, 178/3-4 (Franciscus de Trebio), 259/14-15 (Franciscus de Trevio), 275/ 27 (Franciscum de Trebio).

Quarantun anno di vita religiosa, dal 1291 al 1332. Ma bisogna dargliene ancora degli altri. Se infatti nel 1291 Francesco viene assegnato studente di logica nuova (corso avanzato di logica sui libri aristotelici Topici, Elenchi sofistici, Analitici primi e secondi), è perché era già passato per il corso elementare di logica antica (Isagoge di Porfirio, Divisioni e Topici di Boezio, Categorie e Interpretazione di Aristotele, Trattati ovvero Summule logicales di Pietro Ispano); lo impone il curriculum degli studi ricavabile dagli stessi atti capitolari del 1291 e degli anni successivi.

MOPH XX, 101-02: studium nove logice, seguito da studium logice veteris et tractatuum (1291); XX, 132-33 ss. Medesima distinzione didattica la si ritrova nei capitoli provinciali della provincia di Spagna, Barcellona 1299: R. Hernández, Pergaminos de Actas de los Capítulos Provinciales del siglo XIII de la Provincia Dominicana de España, «Archivo dominicano» 4 (1983) 44 § 2.1 (ad logicam novam), 45 § 2.4 (ad logicam veterem); di Aragona 1303, 1304: A. Robles Sierra, Actas de los capítulos provinciales de la provincia dominicana de Aragón, Valencia 1990, 22 (logicam veterem cum tractatibus), 32. Anteriore la distinzione nella provincia di Provenza, 1261-64: C. Douais, Acta capitulorum provincialium ordinis fratrum Praedicatorum (1239-1302), Toulouse 1894, 84 § 5, 93 § 5, 104.

SOPMÆ IV, 87.  # aggiornamento...

Corso - quello di logica nuova 1291 - verosimilmente biennale se il capitolo del 1292, fatti taluni aggiornamenti di luoghi e nomine lettorali, conferma in blocco l’assetto degli studi di arti disposto l’anno precedente (MOPH XX, 107/10-23, con finale «Reliqua studia quantum ad lectores artium et studentes remaneant sicut prius»). Non siamo certi se il vigore dell’ordinazione del medesimo capitolo 1292, triennio di formazione religiosa di base da premettere ai corsi di logica (MOPH XX, 105/28-30), possa esser retrodatato al caso di Francesco. Ma almeno un anno di tale fase formativa ha a suo favore una prassi diffusa.

AGOP XIV A 4 (xiv in), f. 9r (Opusculum de agendis in ordine, § De studio bene ordinando): «Item expedit quod post professionem, antequam mittantur ad studium arcium, quod sint per annum in officio ecclesie et in observanciis ordinis se exercitantes». Cf. C. Douais, Acta capitulorum provincialium ordinis fratrum Praedicatorum (1239-1302), Toulouse 1894, 674; R. Creytens, AFP 26 (1956) 115.

E a capo di tutto, l’anno di noviziato, «annus probationis» nel lessico del tempo. Cosicché nel 1332 Francesco doveva contare non meno di 43/44 anni di vita religiosa. E a voler considerare la vita media del tempo, il calcolo delle probabilità non depone a favore d’una lunga sopravvivenza di Francesco oltre l’anno 1332, ultimo dato conosciuto.

Compone il racconto del miracolo aretino non molto tempo dopo l’evento: «or non è molto (noviter) nell’anno del Signore 1326 nel convento d’Arezzo…» (§3); vivente il protagonista Iacopuccio, come tradisce l’incastro tra il verbo passato «viveva in Arezzo» e il presente «si chiama»: «Erat enim in dicto conventu quidam iuvenis studens in loyca qui vocatur frater Iacobutius de Spoleto» (§ 4).

Non però testimone diretto dei fatti, l’autore Francesco, il quale dichiara d’esser debitore della relazione orale di Iacopuccio («sicut ab ore dicti fratris audivi» §13). Tra Spoleto e Foligno non saranno mancate ai due frati le occasioni d’incontrarsi, anzi di convivere nel medesimo convento. Ché se la cittadina di Trevi (allora in diocesi di Spoleto) avesse fatto parte della praedicatio del convento spoletano, anziché di quella di Foligno, i due sarebbero addirittura figli del medesimo convento. L’assenza dei nostri Francesco e Iacopuccio tre le notizie biografiche della Cronica di San Domenico di Perugia (redatta negli anni 1327-31 con complementi d’altre mani fino al 1345) non può né insinuare sospetti d’omissione né avallare argomenti ex silentio. La Cronica infatti intende registrare i frati figli del convento perugino, città contado e distretto. Registra fr. Palmieri da Gubbio in quanto appartenente al convento perugino, prima che in Gubbio fosse formalmente istituito il convento, 1286-87 (MOPH XX, 77/27); registra fr. Giovanni da Spello e fr. Filippuccio da Spello, anch’essi «figli nativi» - così usava dire - di San Domenico di Perugia fintantoché non esistette un convento in Foligno:

Cr Pg ff. 30v («fuit pro perusino conventu ad ordinem receptus et ibidem nutritus»), 35v (fr. Angelo Tignoso incaricato dal capitolo provinciale «ut conventum reciperet in Eugubio»); ff. 33v («nondum enim Fulginei habebatur conventus»), 39r («conventus non erat receptus Fulginei»).

Foligno avrà un convento domenicano nel 1286-87 (MOPH XX, 71/22-26: 1285 ponimus locum, assegnazione di 9 frati con vicario; 77/27 absolutio prioris, 1287; 78/2-3 curam conventus, 1287); e Spello, dobbiamo dedurre, passerà ai territori della predicazione fulginate.

Cf. M. Sensi, I «Ricordi» del convento di S. Domenico in Foligno, «Bollettino storico della Città di Foligno» 12 (1988) 189-245, in particolare su Spello in pp. 241-42.

Spoleto, il convento formale l’aveva fin dal 1258: «Mittimus conventum Spoletum», con nomina del priore (MOPH XX, 23/17). Nessuna competenza dunque del cronista perugino a registrare il decesso e stendere la notizia biografica di Francesco da Trevi (predicazione dei conventi Foligno-Spoleto, preferibilmente del secondo) e di Iacopuccio da Spoleto.

Notizie di cronaca. Visitatore dei conventi Siena Arezzo Cortona Città di Castello Gubbio e Perugia nell’anno 1326 è fr. Napoleone da Spoleto:

Napoleone, o Napoleuccio, di messer Giovanni di messer Masseo da Spoleto. Lettore sentenziario in Spoleto 1311, implicato nella questione dell’interdetto della città di Spoleto (1322-24), visitatore 1326, predicatore generale 1337, curatore del convento di Narni fino all’elezione del priore 1344. MOPH XX, 181/31, 240 rr. 8-10, 192/36, 353/14, 387b (dove si ricomponga l’identità tra Neapoleo e Neapoliutius). ASV, A.A. Arm. C 1010 («fr. Meapoleo domini Iohannis de Spoleto»); C 1011 e C 1012 («fr. Neapoleutium domini Iohannis domini Massey»); vedi più oltre.

Il capitolo provinciale del medesimo anno, Viterbo 1326 (nei mesi agosto-settembre per tradizione), in sorprendente coincidenza temporale col caso aretino di fr. Iacopuccio da Spoleto, definisce in dettaglio le competenze amministrative relative agli oneri finanziari per un frate ammalatosi fuori convento d’assegnazione («ubi nequaquam conventualis existit»); sull’implicito principio che chiunque anticipi denaro per coprire spese di cura, apre un credito al convento di cui il malato è frate conventuale:

a) se il frate non dispone di che provvedere alle proprie necessità, spetta al priore del convento locale sostenere le spese;

b) se il frate possiede denaro in proprio, provveda di suo;

c) in entrambi i casi il convento di cui il frate sia attualmente conventuale, è tenuto a integro rimborso o al convento locale o al frate medesimo (MOPH XX, 239-40).

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