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Un vademecum dei provinciali romani (secoli xiv-xv),

«Memorie domenicane» 28 (1997) 361-411.

 

venerabatur librum, osculabatur quandoque, maxime si erat codex evangelicusIl titolo Un vademecum riprende e sviluppa Libri della provincia Romana dei Predicatori ad uso dei frati, relazione tenuta alla Tavola rotonda italo-francese (Roma 7-8 marzo 1997), comparsa a stampa Roma-Paris (CNRS Éditions) 2000-2001, pp. 277-300.

Laddove le due redazioni divergessero, Un vademecum prevale su Libri della provincia.

sommario
1

Il "Liber privilegiorum provincie Romane OP"

 | Arch. di Stato di Perugia, CRS, S. Domenico, Miscell. 66 | bibliografia

2

Costruzione del libro, storia dell'istituzione

 | provincie | conventus, Campania et Maritima, b | Sardegna&Corsica | Gui | monasteria | Montepulciano | libri | magistri ordinis | cardinales | provinciales | contributiones | privilegia (creazione della provincia "Regno di Sicilia", papa Celestino V: 1.IX.1294)

3

Vademecum amministrativo dei provinciali

 | avviato nei decenni '20-'30 del 1300 | dissidi di provincia 1339-44 | b; fine del vademecum 1510-15

4

Il fondo libri di provincia

 | assegnatari | tempi | sottoscrizionib  | fondo librario di provincia  | ordinatio de meliori libro

5

Appendice

- Cronotassi del provincialato di Federico Frezzi da Foligno
  |
Cortona 14.VI.1404 |

- Giovanni di Domenico da Firenze OP, Tractatus de proprio (1401-04)

 

 Campania

ë

bibliogr. e aggiornamento

 1. Il “Liber privilegiorum provincie Romane OP”

Tutt'altro che ignoto. Ma più saccheggiato che descritto. Serbatoio di notizie anziché intreccio di significati. Rimasti sconosciuti gl'intenti del progettatore, destinatari e uso, indefiniti i tempi di costruzione e gli strati di crescita. Un libro invece dalla spiccata fisionomia, che merita d'essere ripercorso sul filo interno delle sue intenzioni e restituito all'originaria articolazione. Può rilasciare informazioni insospettate, se solo superiamo l'apparente disordine  se alle sue reticenze opponiamo complementi e controdocumentazione. Libro, dopo tutto, più d'uso che di lettura, più sussidiario all'atto di governo che inserviente all'organizzazione del sapere. Una finestra sulla prassi amministrativa d'un organismo sociale quale una provincia d'un ordine mendicante, sorpresa al culmine della fioritura, accompagnata lungo la crisi demografica e istituzionale del secondo Tre e primo Quattrocento.

Archivio di Stato di Perugia, Corporaz. relig. soppr., S. Domenico, Miscell. 66 <Liber privilegiorum provincie Romane ordinis Predicatorum>. Membr., 228 x 163, ff. 105, foliazione settecentesca a penna. Coperta membranacea. Fascicolazione: I = bifolio di protezione (ff. 1-2)  II5 (ff. 3-12), III6 (13-24), IV5 (25-34), V3 (35-40), VI6 (41-52), VII5 (53-64), VIII5 (65-76), IX3 (77-82), X6 (83-84, ma folio 5° resecato alla piega), XI5 (94-105). Quest'ultimo fascicolo, alquanto difforme, potrebb'essere stato aggiunto in secondo tempo. Per il resto, nonostante la varietà costitutiva dei fascicoli e delle mani al lavoro di scrittura, non si tratta di codice composito. Benché dal contenuto di natura eminentemente evolutiva, il libro mostra la propria unità fisica in un nucleo originario attribuibile al secondo/terzo decennio del Trecento. Accoglie incrementi posteriori e continuati, fino ai primi decenni del XVI secolo. Capilettera ma nessuna decorazione.

All'interno del foglio inferiore di guardia, una mano quattrocentesca ha abbozzato la tabula seguente:

Volumen previlegiorum quod attinet ad provi<n>tiam Romanam.

Sunt scripti omnes provintiales Romane provintie.

Est etiam inventarium scriptum omnium librorum provintie, quorum nullus reperitur propter negligentiam provintialium.

Item scriptus est numerus generalium ordinis.

Item notata est quantitas contributionum conventuum.

Item

lasciato così in tronco. Nessuna iscrizione originale. Liber privilegiorum provincie Romane ordinis Predicatorum propone un titolo prossimo al lessico e all'uso del manufatto; «hunc librum in quo sunt copie privilegiorum ordinis» (f. 4v), dice il provinciale Bartolomeo degli Acerbi da Perugia (1404-11).

■ →Bibliografia...

2. Costruzione del libro, storia dell'istituzione

Più complessa, la struttura del libro, di quanto faccia credere la bozza di tabula quattrocentesca sul foglio di guardia. Dalla quale tuttavia raccogliamo il fuoco d'attenzione: invertendo la sequenza fisica delle carte, l'occhio s'è posato prima sulle bolle pontificie poi sui priori provinciali e libri di provincia. Difatti vero fulcro del libro, la silloge dei privilegi papali, alla nostra più laboriosa lettura; alla familiarità con l'uso del libro, per il compilatore della tabula.

Seguo il filo della stratigrafia paleografica al fine di discernere il progetto originario del libro e le sue rubriche costitutive (qui di seguito marcate con numerazione seriale i, ii, ecc.), anche quelle sopravvenute successivamente, e di cogliere il nucleo fisico delle origini. Non numerati gl'interventi o incrementi sporadici, credibilmente disorganici alla fisiologia del libro.

ff. 1v-2v: lista dei frati vescovi della provincia Romana (per convento d'origine) e note avventizie sui fogli di guardia di mani quattro-cinquecentesche.

(i)  f. 3r: Provincie ordinis fratrum Predicatorum elencate a due colonne, secondo diritto di precedenza nelle due ali del coro.

Provincie

Chorus dexter 

Chorus sinixter

Yspania

Francia

Romana

Theutonia

Polonia

Grecia

Aragonia

Provincia

Lombardia superior

Tholosana

Lombardia inferior

Regni Sicilie

Hungaria

Anglia

Dacia

Terra sancta

Boemia

Saxonia

 

La mano che redige la primitiva lista include 18 province fino a Saxonia (stadio post 1303, ante 1378); dice Lombardia inferior e non provincia Sancti Dominici, come ridenominata negli anni 1401-10.

■ Poco oltre registra il cambiamento in atto il cronista di Cronicha magistrorum ordinis f. 7v: «Fr. Thomas de Firmo, magister in theologia, fuit bis prior provincialis in provincia Lombardie inferioris, que nunc vocatur provincia Sancti Dominici… Electus fuit in magistrum ordinis in Utino M°cccc°j°. Obiit Ianue Mccccxiiij die xviiij martii». MOPH VIII, 93/30, 104/8, 111/32, anni 1397-1403. Conferma con valore di tre capitoli nel 1410: MOPH VIII, 134-35, 137.

Medesima mano che in f. 4r stende la primitiva lista dei conventi, incluso Terracinensis (suppone 1318), in f. 5r la lista dei monasteri e in f. 6r i libri provinciali in concessione. Nota fattura delle iniziali maiuscole, di g, a dall'occhiello superiore, secondo tratto di x prolungato in sottorigo e poi curvato a destra, s finale  caratteristici i tre puntini a castello di fine entrata quasi a marcare l'item rubricato.

Una seconda mano (segue il modello preesistente in modulo medio-grande, ma tradisce alterità grafica nel costruire a b l, impiega punto in luogo dei tre puntini a castello) aggiunge: Trinaclia (istituzione 1378) in coro destro sotto Lombardia superior (suppone 1303), e correlativamente Ybernia (= Hibernia, Irlanda) in coro sinistro sotto Saxonia. Ybernia subisce poi tenue erasione, marcata da frego di penna verso margine destro (provincia istituita in giugno 1378, soppressa da Urbano VI in agosto dell'anno successivo in risposta a contrasti nazionali e pressioni politiche).

MOPH IV, 427/28-34, 442/4-5 confirmatio 1378, 457/10. ASV , Reg. Later. 17, ff. 3v-4r (Bonif. IX, Roma 10.IV.1391) «in provincia Trinacrie».

MOPH IV, 427/28-34, 442/4-5 confirmatio 1378. Nel 1400 la «natio Hybernica» parte della «provincia Anglie»: ASV, Reg. Later. 81, ff. 50r-51r (21.II.1400); nel 1413 si ribadisce la riconduzione all'Anglia: AFP 26 (1956) 293-94, 301 fine § 2. Ricreata provincia nel 1484, risoppressa nel 1491, definitivamente prov. dal 1536. W.A. Hinnebusch, The English Dominicans and the Masters General of the late Fourteenth-Century, AA. VV., Xenia Medii Aevi historiam illustrantia oblata Th. Kaeppeli O.P., Roma 1978, II, 460-61. Th.S. Flynn, The Irish Dominicans 1536-1641, Dublin 1993, 1-11 (Hibernia Dominicana: The Medieval Legacy of Division, 1224-1536). G. Villetti, Tracce per lo studio dell'architettura degli ordini mendicanti nell'Irlanda medievale, «Palladio» 7 (1994) 79-96.

Sembra diversa, terza mano (confronta D, l), quella che aggiunge Dalmatia (provincia operante nel 1387-88) sotto Ybernia, a distanza interlineare ridotta nonostante l'abbondante spazio inferiore con intenzione di sostituzione, c'è da credere, prima che Portugalia (1422-25 ca.) venga ad occupare in coro destro il posto ancora libero sotto Trinaclia. Come dire che l'ordo dignitatis nel coro racchiude intenti cronologici mentre detta l'elenco provinciale o conventuale.

■ MOPH IV, 441/17-19 (1378) incoatio; Urbano VI, 3.III.1380, conferma istituzione; scisma in corso; nel registro di Raimondo da Capua la Dalmazia compare solo a partire dal 1392 (1380 per le altre province); nulla nei capitoli generali 1380-91, non menzionata neppure tra le anti-province d'obbedienza romana. Primo provinciale documentato fr. Andreas de Dyrachio (Durrës, Albania 1387-88, poi vesc. di Dubrovnik (1388). S. Krasic, Congregatio Ragusina Ord. Praed. (1487-1550), Romae 1972, 41-42;  id., Regesti pisama generala dominikanskog Reda poslanih u Hrvatsku (1392-1600), «Arhivski vjesnik» 17-18 (1974-75) 162;. ASV, Reg. Later. 12, ff. 20v-21r (Bonif. IX, 5.III.1391) «pro parte dilecti filii Helye de Duracio prioris provincialis fratrum OP prov. Dalmacie».

Nel CG 1413 «Conventui Ulixbonensi provincie Yspanie», AFP 26 (1956) 305  non nella lista delle province 1421 (MOPH VIII, 163-64, 170/18-20). «Prov. Portugalliae» nel cap. gen. 1426 (ib. VIII, 183/18, 189/7-23, 196/36). Le constitutions OP di Siena, Bibl. comunale G.XI.36 (xv2), d'origine ispanica, oltre a molte addizioni costituzionali del 1410, portano in II, 13 (71r) anche addizione 1423 (Fratres vero nostri… presumant vel audeant: MOPH VIII, 181/4-14), e a questa arrestano i propri aggiornamenti  conoscono tuttavia solo viginti province (II, 4-5) senza Portugallia. La proposta suddivisione della prov. di Spagna in tre province, Hispanie, Sancti Iacobi, Portugallie (Bullarium OP II, 533-34: 5.II.1418) non ebbe seguito.

A destra di Portugalia, sull'ultimo rigo in posizione media tra le due colonne, una parola erasa: Gentes[2], ovvero Vicariatus societatis peregrinantium inter Gentes. Geniale invenzione (1300 ca.) della predicazione evangelica nell'oriente non cristiano; che sfida le figure giuridiche dell'organizzazione operativa sperimentate in casa. Vicariato, congregazione, mai provincia  dal personale trasversale alle province: «Frater Octavianus filius olim Stephani de populo Sancti Iacobi supra Arnum [OP 1318, 20.VIII.1344]… sotietati fratrum nostrorum inter gentes peregrinantium assignatus, mari transito, per plures annos ibi predicationi et exhortationi fidelium desudavit» (Cr SMN n° 310). La peregrinante mobilità in casa altrui congiura contro la solidità giuridica in casa propria. La Societas fa capolino nella nostra lista, esposta all'erasione. Come la fragilità istituzionale della Societas la espone a ripetute soppressioni: 1363-73, 1453-64 (R. Loenertz, La Société des frères Pérégrinants, Roma 1937, 1-9).

Trinaclia, Ybernia e a seguire Dalmatia, province costituite a scisma aperto della Chiesa e del governo dell'ordine. Modesti e tormentati segni grafici di cancelleria provinciale: impronta speculare di macroscopici conflitti delle istituzioni ecclesiastiche entro la geografia politica dell'Europa delle nuove nazionalità. Sui ritmi rapidi degli eventi, perché non è pensabile che si aggiungesse Ybernia dopo la sua soppressione d'agosto 1379. Parallela la sequenza stratigrafica depositata su un esemplare di costituzioni OP, dist. II c. 4, databili 1380-88, BAV, Vat. lat. 7651 (xiv-xv), f. 24r: il testo elenca 20 province, incluse Ybernie dopo Saxonie, e Trinaclie dopo superioris Lombardie; superioris successivamente barrato, perché la provincia nel frattempo ridenominata Lombardia, polarmente a Lombardia inferior divenuta provincia Sancti Dominici (1401-10); barrata Ybernie, una mano coeva ma diversa (difforme in a il cappuccio superiore) la richiama al margine destro e la sostituisce con et Dalmacie.


[2] Devo conferma tramite lampada di Wood alla cortesia della dott.ssa C. Del Giudice dell'Arch. di Stato di Perugia (19/12/1996). Un metodico sopralluogo con la lampada potrebbe far parlare molti altri silenzi protetti da erasione.


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