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Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est (1365-67): san Domenico da Caleruega fondatore dei frati Predicatori mostra la "via salutis"<Simone di maestro Filippo da Càscina>

Simon de Cascina,
dominicain, † vers 1420

 «Dictionnaire de spiritualité» 14 (1989) coll. 871-73.

di' "Càscina" (Valdarno inferiore, prov. Pisa),
accento sulla prima sillaba,
non "Cascìna"!  

Mio "originale redazionale" è il testo italiano (composizione Pistoia 1986; minori ritocchi inseriti in ed. web, aprile 2002); "originale edito" quello francese. A tua scelta. Oppure lèggitili tutti e due!

Traduzione (su mio primitivo testo italiano, 1986) a cura della redazione del «Dictionnaire».

Riadatto e unifico le sezioni d'informazioni bibliografiche.

 

Simone

 

Simon

1 Vita 1 Vie
2 Colloquio spirituale 2 Colloquio spirituale
3 Opere 3 Œuvres
  in latino | in volgare pisano    
4 Bibliografia 4 Bibliographie
 

aggiornamento bibliografico

    ë  
  Remi dei Girolami, DS 13 (1987) 343-47   Tolomée de Lucques, DS 15 (1990) 1017-19
 

Simone da Càscina,
Li secte psalmi penitentiali in rima |
licentiavesperie


1. Vita

 

Figlio di maestro Filippo, originario di Càscina nel Valdarno inferiore (prov. Pisa), frate del convento domenicano Santa Caterina di Pisa, attivo fin dal decennio 1370, muore in Pisa poco dopo il 1418, ultima data conosciuta. Priore del convento pisano, più volte definitore nei capitoli provinciali e generali, lettore in Perugia, Siena, Firenze, Pisa; maestro in sacra teologia già nel 1381, reggente in Santa Maria Novella di Firenze e in San Michele di Pisa, per otto anni vicario dell’arcivescovo pisano. Impegnato nella riforma conventuale del secondo Trecento, all’intensa vita accademica unisce una viva sensibilità per il rinnovamento spirituale all’insegna dell’intimità e della vita devota, sostenute da una solida informazione teologica. (→ altri dati)

Membre du couvent dominicain de Santa Caterina de Pise (en activité à partir de la fin des années 70 du 14e siècle), c'est là que Simon mourut peu après 1418, demière date cannue.

Il avait été prieur de ce même couvent, plusieurs fois définiteur aux chapitres provinciaux et généraux, lecteur à Pérouse, Sienne, Florence, Pise; maître en théologie déjà en 1381, il fut régent à Santa Maria Novella de Florence et à San Michele de Pise (pendant huit ans vicaire de l'archevêque de Pise). Engagé dans la réforme conventuelle de la deuxième moitié du 14e siècle, Simon unit à une intense activité académique un vif intérêt pour le renouveau spirituel marqué par une intériorité et une vie dévote soutenues par une solide information théologique.

2. Colloquio spirituale

 

Frutto precipuo della divulgazione della dottrina spirituale è il Colloquio spirituale: composizione 1391-92 circa (non “1381”, spiacevole lapsus nella stampa in luogo di “1391”); in Pisa, visto che il celebrante è detto arcivescovo (Firenze è sede arcivescovile solo dal 1419); in volgare pisano. S’innesta su una consolidata tradizione del convento domenicano di Pisa all’attività di diffusione del sapere clericale presso i laici tramite numerosi volgarizzamenti. Se il modello della vita perfetta è, per antica tradizione, di stampo monastico-conventuale, i destinatari del Colloquio spirituale sembrano essere i laici, specie le donne frequentatrici del confessionale e del pulpito dei Mendicanti, presumibilmente l’area dell’Ordine della Penitenza. L’itenerario della vita perfetta è percorso, nel Colloquio, sulla traccia del commento alla messa; ne fa da scorta il De sacro altaris mysterio d’Innocenzo III († 1216). Ma l’intenzionale discrezione del testo divulgativo e la reticenza del corredo documentario non dissimulano del tutto la ricca tradizione teologica, da quella patristica a quella scolastica, non escluso Tommaso d’Aquino, che alimenta la dottrina spirituale e la pratica delle virtù cristiane.

L'expression principale de la doctrine spirituelle de Simon est le Colloquio spirituale (1391 environ [pas 1381 de l'éd.]), écrit en dialecte pisan et qui s'insère dans une solide tradition du couvent dominicain de Pise: diffuser le savoir clérical auprès de laìcs au moyen de nombreuses vulgarisations. Tandis que le modèle de la vie parfaite est, selon la tradition, de style monastico-conventuel, les destinataires du Colloquio spirituale semblent être des laics, surtout des femmes, qui fréquentaient le confessionnal et la chaire des Mendiants, peut-être de l'Ordre de la Pénitence. L'itinéraire de la vie parfaite présenté dans le Colloquio suit le commentaire de la messe à la manière du De sacro altaris mysterio d'Innocent III. La discrétion intentionnelle du texte laisse transparaître la riche tradition théologique (depuis la patristique jusqu'à la scolastique, sans exclure Thomas d'Aquin) qui alimente la doctrine spirituelle et la pratique de la vertu chrétienne.

La struttura è dialogica. Quattro i personaggi: Simone, Caterina, il fraticello e la monachetta. Se al “dottore” Simone è riservato, dietro domande di Caterina, d’introdurre il commento alle parti della messa, d’illustrarne la liturgia e d’enuclearne il contenuto teologico in immediata estensione al nutrimento spirituale, il fraticello allarga le istanze della vita spirituale alle ricchezze psicologiche dell’anima semplice e fervorosa col ricorso all’ardore del sentimento e alle ragioni della «fantazia»; una lussureggiante simbologia del linguaggio immaginifico fabbrica forme e spazi per la costruzione del castello della vita interiore.

«Infiammi e accendi, fraticello, con tuoe fantazie li spiriti: onde piacciati di provare le ’nteriole potente, sforsale testé un poco, fabricando qualch’edificio presioso» (c. 6 § 7; ed. P. Dalla Riva, Firenze 1982)  [Infiamma e accendi i nostri animi, fraticello, con le tue invenzioni; metti a prova le nostre interiori facoltà, forzale ora un poco fabbricando qualch’edificio prezioso]

Il trapasso all’effusione mistica e alla libertà della preghiera è affidato alla monachetta:

«Che ti tiene, monachetta, che si stringhi li spiriti? Lassali scire fuora e non contenere più le tuoe spirituale voglie impettuose» (c. 7 § 52)  [Perché trattieni, monachetta, i tuoi interiori sentimenti? Da' via libera e più non contenere l’impeto del tuoi spirituali desideri]

Al che la monachetta:

«Ardore sottile corre per le morolle, muovemi sete instinguibile, voglia dizuzata m’assaglie! Sì come il cervio va a la fonte, così va l’anima mia a te, Signore (…), anchelante e focosa di grande desiderio» (c. 7 § 53)  [Sottile ardore mi scorre per le midolla, inestinguibile sete mi agita, inconsueta voglia mi assale! Come il cervo va alla fonte, così va l’anima mia a te, Signore (…), anelante e ardente per gran desiderio].

Il gioco intrecciato dei personaggi alimenta e tempera le differenti esigenze dell’anima devota, scandisce tempi e trapassi del percorso spirituale.

Le texte se présente sous la forme d'un dialogue entre quatre personnages: le docteur Simone, Caterina, le fraticello et la monachetta. S'il est réservé au premier, à la demande de Caterina, d'introduire le commentaire des différentes parties de la messe, d'en expliquer la liturgie, d'en extraire le contenu théologique puis la nourriture spirituelle, le fraticello prolonge les exigences de la doctrine spirituelle vers les richesses de l'expérience psychologique offertes à l'âme simple et fervente dans l'ardeur des sentiments et de l'imagination. La luxuriante symbolique du langage utilise l'image de la construction du château de la vie intérieure:

«Enflamme et brûle nos esprits, o fraticello. avec tes images; mets à l'épreuve nos facultés intérieures, force-les un peu en fabriquant quelque édifice précieux» (ch. 6, n. 7).

L'effusion mystique et la libre expression de la prière sont confiées à la monachetta:

«Pourquoi, monachetta. retiens-tu tes sentiments intérieurs? Donne libre cours et ne contiens plus l'impétuosité de tes désirs spirituels» (ch. 7, n. 52).

A quoi la monachetta répond:

«Une ardeur subtile me parcourt la moelle, une soif inextinguible me pousse, une envie insolite m'assaille! Comme le cerf va à la source, ainsi mon âme vers toi, Seigneur..., haletante et ardente à cause de son grand désir» (ch. 7, n. 53).

Le jeu entrelacé des personnages alimente et tempère les differentes exigences de l'âme dévote, scande les temps et les passages du parcours spirituel.

Le profondi trasformazioni della societa comunale del secondo Trecento, lo smarrimento ecclesiale seguìto alla decandenza degli ordini religiosi prima e al grande scisma (1378) poi, consigliano a Simone di sottrarsi alle dimensioni storiche delle fede per coltivare il calore dell’intimità e precorrere le consolazioni celesti. La chiesa, guidata dallo Spirito santo, proclama - si dice - la dottrina apostolica con opere e parole, ed eleva a Dio l’incenso di soavissime virtù (c. 19 § 14). Com’è possibile - chiede meravigliata Caterina - se già da tredici anni la chiesa soffre profondissime divisioni a motivo dello scisma? In verità la chiesa militante - risponde il “dottore” Simone - è esposta ad ogni sorta di tempeste, ma è a quella trionfante («alla triunfante di sopra») che convengono in modo speciale le mirabili qualità della chiesa (c. 19 § 15-16). La preghiera della monachetta, la quale è «atterrata da orribile paura e minacci spaventevuli» (c. 19 § 36), seconda con sorprendente sintonia l’inclinazione dell’itinerario spirituale: «Signore mio, togliemi al tutto del mondo e da me stessa»» (c. 19 §  38) [toglimi completamente dal mondo e da me stessa]. La prassi della vita devota, comunque, anche quando esuberante nei sentimenti e capricciosa nel linguaggio, è saldamente ancorata al dato di fede e sorretta dalla parola di Dio («spesso raguardare e studiare con attento animo in nelle sante Scritture»: c. 11 § 4).

Les transformations profondes de la société communale de la deuxième moitié du 14e siècle, les désarrois dans l'Église qui suivent la décadence des ordres religieux et le grand schisme, amènent Simon de Càscina à se replier dans la chaleur et l'intimité de la vie dévote et à y chercher les consolations célestes. L'Église, guidée par l'Esprit Saint, dit-on, proclame la doctrine apostolique en paroles et en actions et élève à Dieu l'encens de la vertu (ch. 19, n. 14). Comment cela est-il possible, demande Caterina émerveillée, si l'Église, depuis 13 ans, souffre de profondes divisions à cause du schisme? En vérité, répond le «dottore» Simone, l'Église militante est exposée à toutes sortes de tempêtes; ce n'est pas elIe, mais l'Église triomphante qui en réalise les merveilleuses qualités (ch. 19, n. 15-16). La prière de la monachetta, accablée de peur par de grands perils (ch. 19, n. 36), exprime avec une surprenante syntonie l'itinéraire spirituel: «Seigneur, enlève-moi complètement au monde et à moi-méme» (ch. 19, n. 38). Si le Colloquio présente une pratique de la vie dévote exubérante dans l'expression des sentiments et capricieuse dans le langage, celIe-ci est solidement ancrée dans le donné de la foi et soutenue par la parole de Dieu («Spesso raguardare e studiare con attento animo in nelIe sante Scritture», ch. Il, n. 4).

Colloquio spirituale, éd. F. DalIa Riva, FIorence, 1982 (ms, FIorence, Riccardiana, cod. 1346, f. 1r-78r).

3. Opere

 

a) in latino:

Continuazione della cronaca conventuale di Santa Caterina di Pisa: Pisa, Biblioteca Cateriniana 78, ff. 39r-40v (non "ff. 30r-40v", come scritto in edizione a stampa, col. 872) (ed. Bonaini, Chronica antiqua.; ed. web Panella). Simone inizia a scrivere nell'anno 1411, redige gli articoli biografici del primo decennio del Quattrocento.

Sermones et collationes statuum diversorum, actuum scolasticorum, dierum solemnpium et festorum: BAV, Barb. lat. 710 (xv in), ff. 234.

b) in volgare pisano:

Colloquio spirituale: Firenze, Bibl. Riccardiana 1346: ed. a cura di F. Dalla Riva, Firenze (Olschki) 1982. Ed. B. Carderi (Teramo 2006)

Salmi penitentiali in terza rima: BNF, Pal. 74 (xv in), ff. 121r-131v: «Qui incominciano li secte psalmi penitentiali reghati in rima dal venerabile padre maestro Symone da Cascina dell'ordine de' frati Predicatori. Psalmo primo...».

On doit encore à Simon la continuation de la Chronica du couvent de Santa Caterina de Pise (Sémi­naire de Pise, ms 78, f. 30r-40v; éd. Bonaini, citée infra, p. 582-93); l'auteur commence à écrire en 1411 (style pisan) et rédige les articles biographiques de la première décennie du 15e siècle.

On garde aussi de lui des Sermones et collationes statuum diversorum, actuum scolasticorum, dierum solemnium et festorum (Vatican, Barber. lat. 710) en latin, et des Salmi penitentiali in terza rima (Florence, Bibl. Naz., Pal. lat. 74, f. 121r-131v) en pisan.

4. Bibliografia

Études: F. Bonaini, Chronica antiqua...; Excerpta Annalium .... - R. Barsotti, I manoscritti... . - A. Levasti, Mistici del Duecento e del Trecento, Milan, 1935, p. 949-75. - A. Kappeli, La raccolta di discorsi e di atti scolastici di Simone da Cascina O.P. († ca. 1420), AFP 12 (1942) 185-246; SOPMÆ, t. 3, p. 344. - F. Dalla Riva, Introd. à son éd. du Colloquio spirituale, Florence(), 1982, p. 1-26. - C. Delcorno, Presentazione, ibid., p. v-x. - E. Panella, La Cronaca di Santa Caterina di Pisa usa lo stile pisano?, dans «Memorie Domenicane» t. 16, 1985, 325-34.

 

 


 
finis

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